Le romanze più famose cantate dall’eterna e possente voce di Luciano Pavarotti riempiono l’aria del teatro Metropol che per l’occasione si trasforma nel tempio della lirica con tanto di valletti a bordi passerella.
Amosfera fanè e sartorialità barocca riproposta in chiave moderna con ben 70 cappotti differenti proprosti con un tripudio di ricami e applicazioni. Cappe e mantelle abbinate all’immancabili coppole, la sicilianità che non può mancare, così come nei continui rimandi al Gattopardo. Giacche a due bottoni, doppiopetto, revers in seta e applicazioni di pelliccia, queste le varianti per i completi che tornano in modo preponderante nella versione “spezzata”, in grigio e nero, con preziosi intarsi. E se da un lato abbiamo il giovane signorotto che si agghinda per andare all’opera, dall’altro abbiamo l’emigrante con borsone in pellame prezioso e mutande di lana a costine. Per la sera il velluto pesante dei sipari, si fa leggero e brillante nei toni del vinaccia e del nero.
I pantaloni hanno l’orlo cortissimo che mette in evidenza calzini ricamati, come grondano di lamè anche le giacche corte da “ussaro” che i modelli hanno fatto a gara a portarsi via dopo il defilé.