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Per i tuoi larghi occhi

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Sarebbe stata la scopata perfetta, quella che non saremmo mai stati in grado di descrivere a parole a nessuno, nemmeno a noi stessi. Ne avremmo conservato le sensazioni a lungo, sotto la pelle.

 

Ma mai e poi mai il suono emesso da una lingua che incanalava l’aria tra la gola e i denti sarebbe riuscita a descrivere con perizia e specificità quello che la stessa lingua, la stessa gola e quei denti affilati come rasoi erano riusciti a fare. Gli umori che scorrevano a fiumi avrebbero riempito coppe mai nemmeno levate al cielo di eros. E un brindisi di sensi sarebbe stata la degna conclusione di quel turbinio di avvenimenti che ci aveva visti rincorrere in un crescendo di coinvolgimento. Fino all’epilogo più ovvio, più atteso.
O forse no.

Ricordo bene quale fu l’inizio, in una sera buia di pece che riempie ancora la mia anima, come una scia di fuoco nella notte. Ero sola. E senza amiche con le quali parlare. Delusa per l’ennesima conclusione sbagliata che cercavo alla svelta di dimenticare. Sedevo, fumavo, adagiata nella calda poltrona di pelle mentre fuori la città si sgretolava in una enorme, opprimente, umida bolla che sempre sembrava sul punto di esplodere. O di far implodere il nostro sistema cardiocircolatorio sovraccaricato dal caldo e madido di sudore. Mi trasudavano le arterie, per la rabbia, per l’alcool, per la nicotina.
Quando avevo detto sì, l’avevo fatto con passione e trasporto. Ci credevo, cazzo, ci credevo per davvero. E sì, sapevo che sarebbe stato difficile. Sì, sapevo che sarebbe stato davvero difficile. Sì, volevo esserci e viverla come andava vissuta, fino in fondo. Sì. Questa era stata la mia risposta. Sì. L’avevo vissuta davvero al massimo, lo giuro. Mi ero esposta come non mai, il cuore più nudo del corpo, trafitti entrambi dai dardi d’amore. E poi è stata sera.

 

nadiolinda-Riproduzione vietata

Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

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