Chissà cosa avrebbe pensato Gianfranco Ferré delle ultime collezioni uomo! Il mio riferimento a lui potrebbe certo sembrare casuale… Non lo è.
Firenze, Milano, Parigi… Quest’anno ho girato come una trottola (e non mi lamento!)… Visite ai padiglioni, capatine alle presentazioni, minuti d’attesa alle sfilate… A fine gennaio mi sentivo così confuso da non riuscire più a ricordare quello che avevo visto… In testa, però, continuava a ronzarmi una parola… insistente, constante… ARCHITETTURA. Ma perché mi chiedevo? Tornato a casa ho iniziato a capire. Le idee si sono schiarite e quelle immagini sfocate fatte sempre più nitide…
“Nulla di più semplice!” , ho esclamato. Ma certo… Come avevo fatto a non pensarci prima? Era lì, sotto ai miei occhi… Di fatto, nel 2013 l’architettura irrompe ancora una volta nel mondo del male fashion divenendo essa stessa fil rouge e anima delle collezioni…
Tra le prime di cui ho potuto godere una volta giunto a Milano è stata quella messa in scena dal formidabile duo Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti per Frankie Morello… Ed è proprio di questa che vi vorrei parlare oggi…
L’ispirazione? L’architettura, ovviamente… Quella del corpo! La nuova collezione è come un edificio, una abitazione non solo per il fisico di un uomo ma per le sue idee, il carattere, la storia e gli interessi. Si fa tappa nella Grande Mela dove i mattoni rossi delle celebri case del West Village diventano stampe gobelin. I tessuti sono pagine da rivista d’interni… Raffigurati – in scatti d’autore – sono gli spazi creativi del Brand. I marmi fiorentini dal sapore rinascimentale si trasformano invece in fantasie da grisaglia. Si supera il concetto di tridimensionalità con le t-shirt cucite con angoli simili a scatole e la maglieria sulla quale sono applicati specchi come fosse la parte finale di un corridoio. Non poteva infine marcare il legno che si fa decoro per zaini e accessori…
A sorpresa scende le scale Fabio Novembre: guest star e simbolo delle Collezione. La personalità, la creatività, il suo essere in bilico tra moda, design e architettura diviene il cardine attorno a cui ruota ogni look della nuova sfilata.
La scelta architettonica è dunque ispirazione ma anche provocazione. Provocazione sì perché, come gli stessi Modica e Gigliotti spiegano nel comunicato stampa: “Sotto il tessuto, oltre le stampe, c’è una provocazione. Vestire letteralmente un processo creativo, abbigliarsi visivamente col design è un anche un atto di denuncia per chi copia la creatività altrui con cinismo, senza considerare lo studio, il lavoro, la dedizione e il know-how che stanno dietro un abito e oltre una collezione. È la volontà di vestire una critica con la forza dell’immaginazione”… Come dargli torto?