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#NonHoLHashtàg

#NonHoLHashtàg

Tutti sono pazzi di Twitter in Italia. E se prima ci lamentavamo  di essere 4 gatti, adesso ci lamentiamo di essere in troppi. Del resto, noi che siamo sbarcate prima degli altri eravamo così #tremila ( twitcit @stefanogabbana) rispetto al resto del mondo. E invece adesso? è tutto un fiorire di hashtag, anche su Facebook. #Buongiorno, #mianonna, #tiodio, #adoro sono comparsi anche su Facebook, soppiantando per diffusione gli autoscatti fatti in bagno sapientemente raccolti in album nominati “semplicemente me”.

Anche Carrie Bradshaw si sarebbe arrovellata con gli hashtag?

Un hashtag azzeccato vale quanto una Prada al giorno d’oggi. Se non ne usi/inventi almeno uno nella vita non sei à la page.

#NonHoLHashtàg, ad esempio, è l’hashtag di due donne sfinite dagli altrui dibattiti su quale hashtag fosse meglio utilizzare per raccontare live non so più quale evento (poco importa che si trattasse del compleanno dello scià di Persia o dell’invasione degli alieni). Eh si, perché il dibattito molto spesso verte su quale formula sia meglio utilizzare: #OccupyZara per documentare i saldi? #OccupyBuffet per le presentazioni con rinfresco? Insomma, nel dubbio, io dichiaro a priori che #NonHoLHashtàg. O forse sì.

Modi di dire e tormentoni preceduti da cancelletto diventano must. E già che ci siamo, facciamoli diventare una rubrica. Settimana dopo settimana, il meglio di Twitter sul fashion system e gli hashtag che accompagnano le nostre vite di fashioniste incallite.

ps. le donne sfinite in questione eravamo io e @discobambina. Una con un nick così non puoi non citarla.

Simonamelani, si scrive tutto unito. Concentra in un metro e sessanta circa l’esplosiva convinzione che il vero lusso sia essere se stessi. Stylist per Fashion Arts, blogger di moda per ossessione sogna di diventare buyer.

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