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Non mi piacciono le “parah-cule”

Due giorni fa la consigliera regionale, ex-igienista dentale, Nicole Minetti ha sfilato in costume da bagno per il marchio di beach wear  e intimo Parah. Il comunicato stampa ufficiale del gruppo dichiara che la controversa consigliera, forse dimissionaria ( ricordiamo che Nicole Minetti aveva dichiarato in un’intervista a Vanity Fair: “Piuttosto che prendere un vitalizio dalla Regione Lombardia mi dimetto il giorno prima che scatti il diritto, il prossimo ottobre. Giuro”) , è una testimonial scelta perchè “fa parlare”. Ho sempre pensato che il testimonial di un brand dovesse rappresentarne i valori. E io i valori di Nicole Minetti non li sposo. Trovo francamente di cattivo gusto che una figura istituzionale, pagata con i soldi dei cittadini ( quindi con i nostri soldi) occupi il suo tempo a mostrare le sue procaci nudità in passerella al posto di sgobbare sui moltissimi problemi da risolvere in regione. Vorrei che un’intera classe politica fosse rottamata e vorrei vedere un atteggiamento diverso da una donna che, non solo non è stata eletta, ma rischia di godere del vitalizio, mentre la nostra pressione fiscale è alle stelle e non ci sono soldi neanche per la carta igienica nelle scuole pubbliche.  Non posso fare a meno di ricordare le intercettazioni in cui parlava di “gasare le ragazze prima degli incontri in villa” ( la villa è quella di “loveofmylife”  Mr.Silvio Berlusconi).  Io sono una signora nessuno, ma ho un grande potere da consumatrice. Il potere di scegliere cosa comperare e cosa no. E dubito fortemente di volere dare dei soldi a chi si lega all’immagine di una casta che ha portato questo paese alla deriva e che, non soddisfatta del moltissimo preso, non ha neanche il buon gusto di coprirsi quel poco di dignità che le resta.

 

 

 

Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

Comments (18)

  • Evidentemente Parah da un certo punto di vista è rimasta ferma a 30 anni fa quando forse era più vero il detto “bene o male purchè se ne parli”. Ma non ha fatto i conti con i nuovi consumatori, più consapevoli, con la crisi, con la Rete, i blog, i social…Io ricordo mia mamma che comprava i costumi Parah, e quindi associavo al marchio a qualcosa di familiare e positivo. Per me con questa mossa si sono bruciati una bella fetta di persone; io trovo che sia stato offensivo vedere la Minetti sulla loro passerella, per le consumatrici, ma soprattutto per le donne e le ragazze. Ma non si vergognano?

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  • Concordo in toto ed aggiungo che, a mio avviso, ogni personalità politica dovrebbe astenersi da certe apparizioni pubbliche qualunque sia il suo trascorso. Non che trovi scandaloso l’apparire in costume su una passerella, ma ritengo che il compito di chi ricopre certi ruoli istituzionali sia così importante e complesso da non poter concedere alcuna distrazione. Abbiamo bisogno di una classe politica che si rimbocchi le maniche seriamente per far rimettere in piedi l’Italia, non di gente che si cali le braghe e continui a fare quel medesimo niente che ci ha portati sul lastrico.

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    • Brava, più gente lo scrive e meglio è.
      Tutto molto di cattivo gusto e se poi pesca anche nelle tasche dei cittadini. Inoltre lei non è una “politica” ma un’altra cosa che non voglio nemmeno mettere giù a lettere.

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  • Concordo con ogni parola.
    Complimenti.

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  • Bellezza ed intelligenza coesistono in tantissime donne. Egocentrismo ed impegno nel proprio lavoro possono vivere insieme, ma qui il caso è diverso. A me qui sfugge proprio il senso di chiamare lei come testimonial. Ricordavo come dite voi che il testimonial è colui che rappresenta il concetto di un brand o di una specifica collezione. Tutto cio che lei mi rappresenta qui è inadeguatezza. Non perchè non sia bella abbastanza ma perche è completamente fuori luogo….. Se ne parla si ma con indignazione.

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  • Per beneficienza non fanno mai nulla eh..o cmq sono ben pochi. Vergogna!

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  • che bel TOE pero’!

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  • Ancora non capisco perchè lei come testimonial…di cosa dovrebbe essere portavoce? Ma soprattutto come può Parah pensare che la donna comune si identifichi con una arrampicatrice sociale (per non dire di peggio), che è al suo posto per tutto fuorchè per meriti personali?

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  • Credo che il problema sia anche degli uomini. Per la Parah siamo solo voyeur telecomandati… “Ecco c’é la minetti in costume presto sincronizziamoci”…
    Per una volta anche noi potremmo non indugiare e distogliere lo sguardo e cambiare canale.

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  • Parah era sinonimo di eleganza. Forse ha scelto lei per mandare il messaggio “l’eleganza non si può comprare”?!??? sta di fatto che anche Parah ha toppato. Dopo questa non compro manco un pareo! Uno schiaffo a tutte le donne che per comprarsi un loro costume devono lavorare sodo e di certo non si identificano in Nicole Minetti. Se ne parlerà un sacco di sicuro, ma vedremo i profitti!

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  • Vedi, io temo che nè tu nè io riusciremo mai a comprendere la genialità di questa pensata di marketing per un motivo semplicissimo: non siamo cresciute soltanto con l’estetica del Drive-In ma pure con quella di Kant (ho frequentato il tuo stesso Liceo, a proposito). E purtroppo, nell’Italia degli ultimi vent’anni, gli esempi di persone che si sono affermate ed hanno ottenuto un meritato successo (anche economico) grazie al loro (personalmente) sudato pezzo di carta anziché grazie alla rotondità delle proprie terga sono sempre più rari.
    Comprarsi un pezzo di nylon per somigliare a questo Consigliere Regionale è un riscatto sociale tutto sommato a buon mercato, per le ragazze, le studentesse, le laureate pure cresciute col mito di diventare Veline. Non lo diventeranno? Pazienza, condividono un ideale.
    E scusa se sono pesante, ma è uno dei miei difetti di fabbrica.

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  • Parah abolita dai miei acquisti

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  • […] In questo caso l’importante non è che se ne parli, bensì che se ne venda. E penso che la voglia di comprare Parah sia passata a un sacco di gente . Una testimonial innanzitutto non deve offuscare il marchio che […]

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  • Concordo pienamente.
    Con questa pubblicità con me parah ha perso una cliente!

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    • concordo pienamente con tutti voi e per quel che mi riguarda con il marchio parah ho chiuso dopo questa bella trovata pubblicitaria!

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  • Però io rimgrazierei Parah per aver dato l’opportunità a tutte voi e alla direttrice di fblabla di accorgersi e scrivere finalmente qualcosa su un paese che va letteralmente a p.. rotoli. E c’è voluto un costume da bagno per risvegliare gli animi e le coscienze. Parah ha giocato consapevolmente con il fuoco dell awareness cioè notorietà e si è bruciata ma almeno abbiamo scoperto che una dama di compagnia può far di tutto anche la consigliera regionale, ma ahimè non una sfilata di bikini. Quanta ipocrisia. Come quella che permea le pagine di blog/testate giornalistiche come questa che scrivono entusiastiche recensioni monobrand dell’ombretto o della scarpa di turno. Anche queste son marchette. Quanta ipocrisia.

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    • Veramente la direttora in questione manifesta da anni il suo disagio su una classe politica inadeguata e su ruoli che dovrebbero essere destinati a chi se lo merita, non a delle incompetenti parculate, messe lì per ben altri meriti. Ma visto che qui si parla di moda e non di politica, appena ne ho avuta l’occasione ho manifestato anche su fashionblabla il mio disagio perchè questa pochezza non mi rappresenta. Per quanto riguarda quelle che tu chiami marchette, nei post sponsorizzati c’è flaggata una casellina che si chiama “sponsored post”. Per il resto scriviamo quello che ci piace.

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  • […] Scusate, lo so che si fa all’inizio. Questo è il post più letto del 2012: Non mi piacciono le parah-cule […]

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