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Cinque buoni consigli che mi ha dato Due e gradi e mezzo di separazione.

Il libro Due e gradi e mezzo di separazione. Come il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia)” [Sperling & Kupfer Editore] scritto da  Domitililla Ferrari è un manuale, ma non aspettatevi di trovarci dei consigli pratici. Non migliorerete la vostra capacità di impostare un profilo Linkedin, ma forse arriverete a capire perché vi serve averne uno e aggiornarlo con misura. Ecco credo che un libro debba funzionare indipendentemente da quanto famoso è l’autore, che nel caso di Domitilla, è molto. Io l’ho comprato perché lo ha scritto lei e quindi ci sono arrivata non per passaparola sull’opera, ma per prossimità con la persona. Ma leggendolo il tono narrativo si è svincolato  completamente dall’autrice e per me questo è un libro che può viaggiare indipendentemente dalla visibilità di chi lo ha scritto perchè il contenuto è leggero ma intelligente, pieno di “oh, ci ho pensato un sacco di volte, vedi che non sono sola”, ma anche ” guarda che bella dritta, da domani faccio così”.

Ferrari, Due gradi e mezzo di separazione

Vi avevo detto 5 buoni consigli che ho trovato nel libro. E’ una interpretazione del tutto personale, quello che io ho elaborato leggendolo e rapportandolo alle mie esperienze,   ma questo libro è un condensato di buoni spunti, quindi leggetelo e il consiglio è: trovate i vostri in maniera autonoma.

Le persone sono persone, sia fuori che dentro la rete. Non sono del tutto convinta che le dinamiche sociali siano le stesse dentro e fuori dal web, ma la convergenza dei due mondi è sempre più necessaria. Quindi spostarsi in maniera fluida dal proprio network in rete e trasformare un non-luogo in un posto dove ci si stringe la mano, fa bene a tutti. Noi lo abbiamo fatto con FashionCamp ed è stato un successo. Abbiamo bisogno di vederci, toccarci, ridere e condividere spazi e modi. Siamo ipersocialconnessi, ma la solitudine è dietro l’angolo. A noi il compito di trasformare la rete virtuale in rete reale. Non sempre andrà bene, ma vale la pena provare.

Impara ad essere selettiva. Ho perso troppo tempo con persone sbagliate e la mia pancia già me lo diceva che non era un buon tempo quello lì. Chi ha una cattiva parola per tutti, prima o poi ce l’avrà anche per te e soprattutto le persone distruttive costruiscono reti negative, che ti toglieranno energia che puoi dedicare ad altro. Il tempo è la cosa più preziosa che ho. Voglio passarlo con chi mi interessa e mi stimola. Via le sanguisughe, via chi si lamenta in continuazione, via i troll, via chi non ha niente in comune con me. Meglio meno relazioni, ma che siano relazioni di senso.

Impara et impera: “non smettere mai di studiare, di aggiornarti, di cercare di migliorarti perché le competenze sono l’unica moneta che vale e renditi un amplificatore, sviluppa la capacità di distribuire conoscenza.” Io quest’anno ho deciso di migliorare il mio inglese e ogni settimana dedico diverse ore allo studio, alcune con un’insegnante, altre da sola. Mi costa soldi e tempo che sottraggo ad altro, ma per me era fondamentale sentirmi a mio agio in ambiti internazionali. Che poi tutto è connesso e grazie alla mia insegnante ho imparato a guardare gli speech su ted.com e mi si è aperto un mondo.

Renditi un facilitatore di connessioni:” usa le tue capacità di unire le persone e fai da ponte, creando collegamenti di valore”. Dunque io questa cosa l’ho sempre fatta e mi sono spesso sentita dire “ma sei pazza a passare i tuoi contatti?” Ho messo in relazione persone che avevano interessi in comune, qualche volta sono nate amicizie, altre volte domanda e offerta lavorativa si sono felicemente incontrate, in ogni caso la maggior parte delle volte questa cosa ha prodotto risultati positivi.  Ho aperto porte e questo atteggiamento mi ha premiata nel lungo periodo. Le persone si ricordano di cosa fai e lo fanno a loro volta, quando non te l’aspetti e magari è proprio il momento in cui ne hai più bisogno. E non parlo di lavoro.

Give back: Non fare qualcosa perché pensi che ti tornerà indietro qualcos’altro, ma perché ti piace quello che fai. E se piace a te, ci sono maggiori probabilità che piacerà anche agli altri. Questa è una cosa un po’ karmica, ma del resto io ci credo che se ti comporti bene ti tornerà indietro del bene. E se sei stato fortunato nella vita, pensa ad un buon modo per restituire almeno una parte di quella fortuna che hai avuto. Per me questo si traduce nella partecipazione ad iniziative che creino un valore aggiunto, siano esse no profit o low profit. Non serve essere Madre Teresa. Ma iniziare a pensarci si. Siamo” influenzer”?  bene, per quel che vale, alziamo il culo e muoviamoci per dare una mano a chi ne ha bisogno.

C’è un ultimo consiglio di Domitilla che vorrei tanto mettere in pratica, ma non so proprio come fare ed è Multitasking è una parolaccia. Io sono profondamente multitasking per necessità, ma mi pesa sempre di più. Se qualcuno mi spiega come rendere le mie giornate meno multitasking gestendo felicemente una famiglia e un lavoro, io lo ascolto.

Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

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