Style

Paris fashion week P/E 2011: Maison Martin Margiela

Lo stilista senza volto di Anversa, Martin Margiela, ha lasciato la direzione dell’omonima Maison alla fine dello scorso anno e il timone è ora saldamente nelle mani di Nina (di lei non si sa nemmeno il cognome, come nello spirito di invisibilità portato sempre avanti dal suo maestro e fondatore). Una purista alla guida di un team di creativi che sta cercando di portare avanti lo spirito della Maison. E, sorprendentemente, ci sta riuscendo.

Tutto è oversized: gli orologi si appoggiano su bracciali tipo bangles, le scarpe sembrano fuori misura e spesso resta solo un’idea della classica scarpa, soprattutto in quelle a cui manca la punta che copra le dita del piede; diffuso l’uso del plexiglass sui collari, sulle clutch rigide trasparenti che sono delle scatole più che delle borse. Nero, cuoio, ocra in pelle opaca, satin o vernice per le scarpe.

Le donne che sfilano in passerella sono dei figurini su cui gli abiti sembrano solo appoggiarsi, talvolta sembrano sotto vuoto. I volumi sono ridotti all’essenziale, le forme sono squadrate e geometriche nelle spalle, negli accessori, nei pantaloni ampissimi in vita. La donna Margiela non piace a tutti, e non è per tutti: la moda della Maison è concettuale più che per il mass market. Il gioco del maschile si palesa spesso nei mini abiti camicia che lasciano le gambe scoperte, nei tessuti (gessato, principe di Galles, quadri); la rosa appuntata sul bavero della giacca è pure fuori misura, il trucco delle modelle, spettinate ad hoc, è invisibile e non ha nulla di lezioso. A dominare sono il bianco e il nero, il grigio e il nude, l’azzurro pallido e il blu, oltre a dei tocchi di fuxia, colore da qualche tempo presente nelle collezioni MMM.

Alla fine nessuno esce in passerella a raccogliere l’applauso di stampa e buyers, ma anche questo appartiene al mondo Margiela: presente e invisibile allo stesso tempo, moda e al contempo arte, purismo e contaminazione di stili, mondi, modi e culture.

Padovana di nascita, una laurea in Scienze della Comunicazione e un MA in MediaManagement; le parole sono i miei attrezzi quotidiani, la curiosità il motivo delle mie giornate.

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