Style

Paris fashion week P/E 2011: Hermès

 

 

Chi lo direbbe che il capo della creatività di una Maison di lunga tradizione come Hermès ci sia un genio iconoclasta e dissacratore  della moda come Jean Paul Gaultier?

 

 

In effetti me lo sono chiesta dopo aver visto sfilare a Parigi l’ultima collezione della Maison per la prossima P/E 2011. Me lo sono chiesta perché in passerella ha sfilato una collezione perfetta, che ha giocato con l’innovazione pur mantenendo ben saldo il legame con la sua tradizione. E se infatti Hermès nasce a inizio ottocento come casa artigiana di produzione di bardamenti e finiture per i cavalli, nel mood della collezione c’è tutto questo carattere e questo legame con il proprio passato.

 

 

Pelle, pelle e ancora pelle, la protagonista assoluta di questo show, vista e interpretata attraverso la lente e lo sguardo del geniaccio JPG. E così, quando esce in passerella una Karlie Kloss tutta fasciata in una tuta di pelle nera con tanto di frustino in mano, a metà strada tra glamour e fetish, capiamo cosa ci aspetta. Una collezione davvero affascinante, un percorso stilistico dove le finiture usate per i cavalli diventano cinture, corpetti, accessori; la Birkin e la Kelly, borse feticcio per ogni fashionista, completano i look, ora nella deliziosa versione micro legata al polso, ora nella versione in rafia i in quella in pelle impalpabile, ora appiattita come un marsupio in vita, ora rivisitata come un corpetto rigido sul corpo delle modelle.

I colori sono quelli Hermès, il cuoio, l’avorio, il nero, l’immancabile arancione, qualche tocco di verde, di rosa e di blu. Le trecce in cui sono raccolti i capelli di tutte le modelle sono impreziosite dai foulard che fanno capolino dai cappelli di tradizione argentina, la giacca è destrutturata e di una morbidissima pelle; incredibile la giacca di cocco trasparente: una lavorazione della pelle che, d’altra parte, ci possiamo aspettare solo da Hermès. Trucco invisibile sulla pelle (annotatelo, poco trucco per la P/E), stivali da cavallerizza con il tacco (strepitosi) e un incredibile abito bustier, semplice, ma completato da una cappa in voile che, come una farfalla, avvolge la falcata di Frida Gustavsson (da copiare per serate ad effetto).

 

 

Ecco, credo che con questa collezione Jean Paul Gaultier abbia dato prova di che cosa significhi essere un genio della moda; capire che a volte la misura, il non eccedere, il perseguire la tradizione innovando nei materiali senza snaturare l’anima di un marchio, il mettere in primo piano il rispetto per il carattere di un marchio, spesso, siano la carta vincente. Non dimentichiamo che stiamo pur sempre parlando di prèt-à-portér. (Elena Schiavon)

Padovana di nascita, una laurea in Scienze della Comunicazione e un MA in MediaManagement; le parole sono i miei attrezzi quotidiani, la curiosità il motivo delle mie giornate.

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