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Maxischermi, metri e metri di passerella sul Naviglio Grande e 10 designer emergenti, che hanno portato “On Stage” le loro creazioni. Un melting pot di stili e culture, ognuno con delle caratteristiche ben riconoscibili: vengono da Cina, Italia, Russia, India, Brasile, UK e dimostrano ancora una volta come il nostro Paese sia sempre un punto di riferimento per chi decide di investire la sua cretività nel settore della moda.
Organizzato da Milano Unica – Salone Italiano del Tessile – il fashion show collettivo ha letteralmente sconvolto il Naviglio grande, con una passerella installata sull’acqua e il pubblico numerosissimo ed entusiasta di avere la moda “a disposizione” in uno dei luoghi storici della città.
Conosciamo meglio i giovani che hanno sfilato… ne sentiremo parlare presto.
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CARLO CONTRADA. La sua donna ama le linee essenziali e pulite, così come i colori. Grigio antracite, nero: unica variante ammessa, un rosso ciliegia che varia sempre di capo in capo, grazie alla lavorazione particolare dei tessuto. Non ci sono fronzoli, solo qui e là degli scolli morbidi che valgono un accessorio.
BRAGIA. Alias Alessandra Torella e Santo Costanzo, la cui unione creativa nasce sul set de “La vita è bella”, a Roma. Una formazione che ruota intorno al teatro e al cinema e che si traduce in soluzioni creative sofisticate, contrassegnate dal tie and dye e dagli accostamenti cromatici mai urlati.
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SPURR. Non è di certo quello che possiami definire un emergente vero e proprio: già designer per il menswear YSL, head designer dell’uomo CK nel 2001 e successivamente, per le linee Purple e Black di Ralph Lauren. E ha già debuttato alla NY Fashion Week. Il suo uomo è very british, amante della sartorialità, dei dettagli, dell’eleganza e non degli eccessi da fenomeno.
CHRISTOPHER RAEBURN. Ha un’anima ethical, questo designer dalle collezioni rigorosamente made in England. Capispalla per uomo e per donna dalle linee tagliate al laser, dalle silhouette più insolite – a uovo, per esempio – e dai colori british che smorzano l’impatto delle forme inusuali.
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ISABELA CAPETO. Oro, denim, un patchword di luci e riflessi per una collezione che sembra ispirtata alla russia degli zar per l’opulenza dei decori e ai gitani per le forme e le lunghezze che sfiorano la passerella. Una donna carica, quella della designer brasiliana, che ha già calcato le passerelle della Sao Paolo fashion Week.
VIKA GAZINSKAYA. Il punto vita è la chiave della donna immaginata dalla desigenr russa: segnato da un’unica grande rouche, con un colore a contrasto rispetto all’abito o con dei grafismi accentuati dalla forma a clessidra. Un bon ton secco, con incursioni di materiali in pelliccia color verde prato.
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UMA WANG. L’eleganza dei suoi capi te la spieghi quando è lei ad irrompere in passerella, con al sua fisiciltà longilinea e i linghi capelli neri. E si capisce immediatamente come questa designer che ha studiato tra Londra e Shanghai riesca a mettere insieme tessuti leggerissimi e ricchi capispalla in tricot che non appesantiscono mai la figura.
EMILIANO RINALDI. Shorts e stringate sotto, camicie abbottonate fino in gola, una musica si sottofondo che ricorda i canti contadini. Cosa c’entrano insieme? Beh, per un ingegnere meccanico con la passione della moda nessun collegamento è peregrino. Tra i più applauditi, in assoluto.
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RAJES PRATAP SINGH. Stampe, silhouette ampie, qualche timida contaminazione proveniente dal suo Paese, l’India. Designer dal 1997, è stato definito da Newsweek lo stilista indiano più talentuoso, in grado di mixare ispirazioni, tradizione e innovazione.
MATTEO MOLINARI. Il suo uomo indossa pantaloni a vita altissima con taglio quasi da smoking e giacche che sono più che altro dei boleri cortissimi. Niente decor, lo stile è mannish 100% , le linee dei completi sono quasi inaspettate. Un uomo elegante e un po’ nerd, con gli immancabili occhiali da Clark Kent anche per la sera. Occhiali che sono ormai diventati un grande classico.
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ha collaborato: Maria Aversano
credits delle foto: Maria Aversano per Fashionblabla