Style

Old memories. Yves Saint Laurent P/E 2011

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Quando un giovane stilista viene messo a capo di una maison dal nome autorevole e  blasonato, i rischi di scivolare in eccessi di ogni sorta sono altissimi. Non è difficile che, per palesare al grande pubblico di essere degno del compito, si lasci andare a smisurati virtuosismi o che, al contrario, per non urtare la sensibilità dei seguaci, rischi di non essere incisivo, rimanendo nascosto dietro un velo di anonimato. Stefano Pilati, invece, ha il raro dono di trasformare in oro tutto quello che tocca, sia quando decide di dare libero sfogo alla sua creatività, sia quando decide di rispolverare gli archivi di Saint Laurent e ridare vita nuova all’immenso armamentario di abiti e accessori della casa di moda parigina, così come ha fatto per la P/E 2011.

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Stefano dimostra pienamente di non avere imparato a memoria la lezione del maestro, ma di averla capita profondamente, metabolizzata e rielaborata, lasciando la sua firma su ogni singolo capo, senza tradire i codici e la vera essenza di Yves Saint Laurent. Sfila una donna pulita, elegante ed essenziale, priva però di ogni rigorismo, anche nel trucco. Labbra rosso fuoco sulla pelle nivea, a contrasto con gli occhi, scevri di ogni accenno di make up. Le sopracciglia scompaiono per dare maggiore risalto alla bocca che diventa protagonista assoluta.

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Aprono le danze tute – e, per carità, non chiamatele jumpsuit – con scollo all’americana, gonne blu, al ginocchio, dalle linee precise e rigorose ma mai ingessate, e camicie di un brillante arancione e dalle maniche ampie, ornate da vezzose gale o da morbidi drappeggi. Trench blu e bianchi e l’immancabile tailleur pantalone, nato dal genio di Yves. Ancora, abiti stampati di chiffon, arancio, blu, turchese, le cui forme risultano ingentilite da ruches a contrasto che sintetizzano perfettamente un’idea di movimento. Non mancano, poi, tailleur con gonna  dallo spacco vertiginoso e abiti color caramello su cui si aprono ampi volants che spezzano il geometrismo delle linee.

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In Italia si parla tanto del fenomeno dei cervelli in fuga, riferendosi in modo particolare a scienziati e ricercatori. Ci chiediamo perché, quando è un giovane talento della moda a prendere il largo e approdare verso lidi stranieri, tutto tace. I francesi, oltre che della Gioconda, ci sono debitori di almeno un paio di glorie patrie.

 

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Siciliana di nascita, milanese d’adozione. Una passione sfrenata per la lingua italiana e per l’arte in tutte le sue forme. Una innata verve ironica, necessaria per sopravvivere nella giungla metropolitana.

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