Style

La mia journeé particulière da Emilio Pucci


Sabato scorso ho avuto la fortuna di poter partecipare da insider all’apertura straordinaria dell’archivio storico della nota maison Emilio Pucci, avvenuta in occasione de “Les Journeés particulierés,”  giornate dedicate alla celebrazione dell’artigianalità nella moda e nel lusso  promosse dal gruppo LVMH .  La location deputata all’evento è la suggestiva Villa di Granaiolo a Castelfiorentino, da sempre dimora di campagna della famiglia, aperta al pubblico per una straordinaria e suggestiva full immersion nel mondo di colori, abiti, stampe ed eccellenze artigiane che contraddistingue fin dagli esordi Emilio Pucci.

Il sole splende sul giardino della villa , sapientemente ristrutturato negli anni Settanta dall’architetto Gae Aulenti. Veniamo accolti dai giovani studenti del Polimoda, arruolati per l’occasione come aiutanti affinchè possano osservare da vicino come si lavora in una grande maison,  una di quelle dove loro sognano di poter entrare un giorno come creativi.

Con Laudomia Pucci

Le mie interviste partono da Laudomia Pucci, figlia di Emilio, ed erede creativa del gruppo, che ci racconta con entusiasmo la genesi di una giornata come questa :
” creatività e lavoro manuale sono nel nostro DNA fin dagli esordi. E nonostante non ci si sottragga al futuro ( e la mia presenza come reporter dal digitale ne è un esempio n.d.r.) abbiamo voluto omaggiare l’altissima artigianalità che contraddistingue il nostro lavoro. Lo abbiamo fatto con l’apertura del nostro archivio storico e con un videoracconto diretto da Gianluca Migliarotti  e prodotto da Luchino Visconti di Modrone che celebra l’artigianalità della filiera produttiva dalla creazione degli stampati nel Comasco fino alla creazione dei modelli nello stabilimento di Bologna”. “Ci piacerebbe che in futuro questo potesse diventare un training center per gli studenti di moda. Sono il nostro futuro e mettere degli strumenti di rilettura del passato a loro disposizione è una grandissima opportunità  per tutti.”


Impossibile non restare affascinati dall’allestimento, curato da Maria Luisa Frisa : il colore è la chiave di lettura del percorso che si snoda attraverso quattro sale. L’ingresso è dalla Sala Palio, omaggio alla celebre collezione Pucci del 1957, dove una fila di manichini poggiati su pedane colorate racconta la storia del marchio.

La seconda sala è una ricostruzione della  prima boutique fiorentina di Emilio Pucci, quella situata dentro Palazzo Pucci: qui la riproduzione è fedele e negli armadi sono custoditi fotografie e stampe che raccontano la storia Emilio Pucci. Si passa poi alla Sala degli Archivi, allestita con armadi al cui interno sono esposti i capi suddivisi per periodo.

Dagli armadi aperti occhieggiano  centinaia di abiti: intravedo gli abiti da cocktail anni 60 in jersey di seta, gli african look dei primi anni 70, le stampe geometriche della collezione Palio, i riconoscibilissimi stampati in un’espolosione di colori, i lunghi abiti da sera in velluto, le  camicie “foulard” in twill di seta. E ‘davvero un’emozione e un privilegio essere qui. Non posso toccare nulla ( i capi possono essere rovinati dal contatto con le mani) ma posso goderne la bellezza( detto fra noi mi proverei tutti gli oltre 1000 capi uno per uno)
” Il nostro è un archivio dinamico. Probabilmente non finiremo mai di catalogare gli abiti che arrivano in parte da donazioni, in parte attraverso un nostro costante monitoraggio anche sul web” mi spiega Alessandra Arezzi Boza , curatrice della archivio storico.

“La fondazione è nata nel 2001 per volontà della Famiglia Pucci con lo scopo di conservare e riordinare un patrimonio ingente -si parla di di circa 15.000 capi, di oltre 20.000 stampati e di tutto quello che 60 di storia del marchio hanno prodotto in termini di evoluzione stilistica, di know how e di innovazioni. Come critierio di  riordinamento si è scelto di suddividere il materiale tra tinte unite e i famosi tessuti stampati in base alla tipologia (camicie e top, abiti da cocktail, abiti lunghi, miniabiti e tutine) e all’interno di queste tipologie si è utilizzato un ordine cronologico, per collezione,in modo da ricostruire con buona approssimazione l’evoluzione, stagione dopo stagione dello stile Pucci. Ovviamente comprese quelle attuali”

Un largo tavolo in formica verde campeggia al centro della seconda sala: qui due giovani disegnatori della maison stanno schizzando quelle che-forse- diventeranno le stampe della prossima collezione. C’è grande curiosità tra i presenti, mi colpisce vedere che è un momento commemorativo transgenerazionale.

I giovani sono affascinati da un passato così ricco di storia, chi ha lavorato per la Emilio Pucci torna commosso a rivedere un pezzo di storia personale che si fonde con la storia della griffe. ” Ma non pensiamo solo al passato, la nostra tensione è verso il futuro” mi spiega Laudomia Pucci “ Stiamo digitalizzando l’intero archivio. Certo per ora le modalità d’uso sono ancora incerte”. In chiusura incontro Felice Limosani che per la maison Pucci ha realizzato video istallazioni emozionali e mi sembra bello chiudere citando il messaggio di apertura del suo sito web “Sembra impossibile che le persone vogliano essere coinvolte, stupite ed emozionate da storie ed esperienze che fanno innamorare”. Non è impossibile e certe volte qualcuno ci riesce. Grazie a tutto lo staff Emilio Pucci per questa splendida esperienza.

** Nelle foto Arianna veste:  giacca Peter Dundas per Emilio Pucci, foulard Emilio Pucci, pantaloni neri Pinko, t-shirt nera Intimissimi, All Star (molto) used my property.

Con Luchino Visconti di Modrone

 

Un modello di Peter Dundas

Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

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