Style

La Fuga delle matite

Vernissage Project at Vendome Luxury – Paris fashion week

Ilenia Conti e Matteo Mena, piemontese e lombardo, già consulenti di stile presso grandi firme calzaturiere, creano il marchio Vernissage Project nel 2007.Matteo disegna ancora per Marni, Ilenia ha voluto percorrere solo la strada della sua passione sfruttando la decennale esperienza di famiglia nell’ambito della gioielleria in un territorio che è già di per sè è una scuola, Valenza.

Entrambi hanno un’immagine molto particolare, lei è un incrocio di stile fra Frida Khalo e Joan Crawford, vestita Moschino vintage, occhiali a farfalla anni ’50, lui ha lo stesso look di Di Caprio in Prova a Prendermi.
Insieme sono i Vernissage Project, nome scelto perchè il loro è un lavoro che non prescinde dall’arte.
Quello che creano è un omaggio all’arte della natura,  riuscendo a cogliere in piccole cose naturali la poesia per poi forgiarla in materiali preziosi, sempre provenienti dalla natura.
Basta guardare il loro sito web per entrare in un’atmosfera bianconera di brughiera, fra foglie e rose secche del sottobosco, animali sfuggenti e insetti eterei.

La loro collezione si chiama Torpor ed è un omaggio ai segreti della terra:  così  sui braccialetti nascono cicale e scoiattoli e sugli anelli nidi con gli uccellini.

Matteo e Ilenia sono due giovani trentenni italiani, provenienti da scuole italiane ma che hanno dovuto immediatamente guardare al mercato estero, perchè, a detta di Ilenia “ l’estero ci accoglie e ci coccola meglio”.

Hanno avuto la fortuna di avere come pigmalione un nome importante come Barneys Nyc che ha acquistato la loro prima collezione su carta, solo guardando i disegni, credendo nello stile di Vernissage e proponendoli immediatamente al mercato statunitense, che li ha subito accolti  con entusiasmo.
Vernissage conta, dopo 3 anni di attività, punti vendita importanti come Selfridges e Kabiri.

“Abbiamo anche un cliente italiano” dice Ilenia con orgoglio, “una gioielleria giovane sul lago d’Iseo che si è innamorata del nostro lavoro!”

Le loro scarpe, tre modelli, quasi pezzi unici, meritano una nota particolare, scarpe un po’ retrò, di velluto o raso impreziosite da oro e piccoli insetti di diamanti, un lusso importante, senza essere opulento e chiassoso. La piccola ape sulla suola è un dettaglio che fa bene al cuore.

Spero davvero di vederli presto in qualche importante punto vendita italiano, qualcuno che li scovi e creda che anche noi italiane meritiamo pezzi così ricercati e creativi.
Per il momento gioisco nel sapere che l’arte e la manifattura italiana è ancora apprezzata all’estero e che l’oreficeria, alta arte del passato, possa ancora esprimersi in modo così creativo e delicato.

Tamara Nocco

Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

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