Ogni tanto alle sfilate piango. Mi succede raramente, quando incontro un talento che mi colpisce al cuore dritto come un fuso. E’ successo con Antonio Marras, all’ultima sfilata di Tom Ford per Gucci. E questa volta da Stella Jean. Vedere qualcosa di realmente nuovo, con un imprinting personale fortissimo è cosa rara. Se poi quello stile incontra il tuo gusto, è folle amore. Come il mio per questa giovane stilista italo haitiana, che già si era fatta notare vincendo “Who’s on Next” e che quest’anno ha sfilato al Teatro Armani con una collezione che incarna non soltanto un riuscito connubio di materiali e proporzioni, ma un concetto che sposo a livello profondo, quello del metissage.
Metissage significa contaminazione. E mai come in questo momento abbiamo bisogno di fare crossover culturale. Siamo figli di un’Europa in forte crisi di identità, non so davvero quanto abbiamo ancora da dire. I nostri modelli socio economici si sono rivelati in larga parte perdenti. Metissage per me significa prendere ispirazione da altre culture, unendo l’ispirazione ludica con l’aspirazione ad un rinnovato entusiasmo. Il segno distintivo della collezione presentata da Stella Jean per me è stata la gioia. Ho visto abiti che mi hanno portata lontano, con la testa verso quell’Africa che è madre terra, sfruttata e violata dai mille interessi economici dei conquistadores, eppure ancora capace di partorire un’energia primigenia. La stilista ha saputo unire l’aplomb della couture alla vivacità del colore, la tradizione italiana della sartorialità con l’ultilizzo di tessuti realizzati a telaio a mano dalle donne dei villaggi del Burkina Faso. Ed è stata una prova non facile. Tutte quelle righe sovrapposte ai quadretti, abbinati a gonne decisamente over o al contario super skinny, i foulard e i fiori in testa, le stampe con gli animali e i cappottini saturi di colore ma di taglio bon ton, avrebbero potuto rivelarsi fatali. E invece, come succede quando hai il dono, le tessere del puzzle si sono ricomposti alla perfezione e il risultato è stato un vortice di bellezza.