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British Icon

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Più di trecento copertine, svariati riconoscimenti come donna più elegante, modella dell’anno, persino sculture che la rappresentano esposte in importanti musei. Come è potuto succedere che una ragazza alta solo un metro e settantadue, dai tratti  regolari ma decisamente magra e dalle forme non esplosive sia diventata una star iconica mondiale? Quale il suo segreto, che resiste dai primi anni Novanta?


Katherine Ann Moss, detta Kate, nata a Croydon il 16 gennaio 1974, rappresenta un vero compendio di pregi e difetti tipicamente inglesi. Semplicemente il meglio della femminilità britannica, che la accomuna ad alcune illustri conterranee, presenti e passate. Ecco le più significative.

 

 

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Moll Flanders: vita avventurosa, numerose storie d’amore, fortune e fallimenti in svariate professioni. La protagonista del romanzo omonimo settecentesco di Daniel Defoe già dal titolo completo del romanzo fa capire di che cosa è capace: «Le fortune e sfortune della famosa Moll Flanders. Che nacque a Newgate, e durante una vita di continui cambiamenti per una sessantina d’anni dopo l’infanzia fu per dodici anni prostituta, cinque volte moglie (compresa una volta con suo fratello), dodici anni ladra, otto anni delinquente deportata in Virginia; alla fine divenne ricca, visse onestamente e morì pentita. Trascritto dalle sue memorie.» Come Moll Flanders, Kate ha la notevole capacità di cambiare e ricostruirsi nuove identità; come lei, Kate è previdente  e conosce il segreto della sua libertà, i soldi. “Con del denaro, si è a casa propria dappertutto” dice Moll, e Kate non ha mai smesso di lavorare e procurarsi buoni contratti, anche nelle sue fasi più trasgressive. De foe scriverebbe di lei «Kate Moss, nata nella middle class, debutta giovanissima come modella, gira video musicali, canta, conquista contratti pubblicitari ricchissimi, li perde per via dello scandalo della cocaina, pochi mesi più tardi li riconquista e diventa modella dell’anno, diventa stilista per la catena Topshop; ha una figlia con Jefferson Hack, sfascia camere d’albergo con l’attore Johnny Depp, vive una fase sex drugs and rock con il cantante Pete Doherty. Infine si sposa con un cantante, Jamie Hince, riuscendo ad eclissare un matrimonio reale (Alberto di Monaco e Charlene) e festeggiando tre giorni, più del principe William e consorte.»

 

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Twiggy: fisico esile e look vincente. Come lei, Kate ha un volto e un fisico da eterna adolescente; come lei diventa famosa giovanissima, porta minigonna, shorts e stivali e rende cool tutto ciò che indossa. Se Twiggy diventò il simbolo della Swinging London degli anni Sessanta, Kate è il simbolo dello stile bohochic, quello stile che abbina con nonchalance capi firmati, capi vintage e capi da bancarella, trucco sfumato (a volte quasi sbavato) e capelli bed hair, sapientemente acconciati per apparire appena alzate.

La Regina Madre: non si lascia la nave che sembra affondare. Elizabeth Bowes-Lyon, conosciuta come la Regina Madre (The Queen Mum) per non confonderla con la figlia Elisabetta II, durante la seconda guerra mondiale si rifiutò di lasciare Londra per il Canada, visitò le aree della capitale bombardate dall’aviazione tedesca e quando anche Buckingham Palace venne colpito, si rifiutò di lasciare la residenza reale. Gli inglesi la adorarono per tutto ciò. Kate, nel suo piccolo, per il suo matrimonio ha indossato un vestito di John Galliano, proprio quel John Galliano licenziato in tronco da Dior per aver pronunciato pesanti frasi antisemite. Il mondo della moda sembra non avere nessuna intenzione di perdonarlo, forse con una buona dose di ipocrisia; solo Kate gli tende la mano. La ragazza ha un certo coraggio.

 

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Elisabetta II: never explain never complain.  Come la regina in carica, Kate vive all’insegna del motto«Mai spiegare, mai lamentarsi». Quando nel 1992 la regina tenne il discorso per il quarantesimo anniversario del suo regno, accennò solo en passant alle traversie che avevano colpito la famiglia Windsor (gli scandali di Carlo e Camilla, gli amanti di Diana, la separazione di Andrea da Sarah Ferguson), definendo l’anno appena passato come “annus horribilis”. Non ha però dato spiegazioni, né si è lamentata della stampa o della televisione. Allo stesso modo Kate, dopo lo scandalo del 2005, quando diventarono di dominio pubblico alcune fotografie che la ritraevano mentre assumeva cocaina insieme a Pete Doherty, non andò a piangere in tv, non rilasciò interviste lacrimevoli sulla sua infanzia, né sulla pressione dell’essere un personaggio pubblico. Ha signorilmente e regalmente taciuto.

E infine, il sense of humor tipicamente britannico: sicuramente ha apprezzato la foto che la ritraeva vestita da sposa con la scritta «There’s only one Kate in London», pubblicata da un blog di suoi fan a ridosso del matrimonio reale. Era sottilmente perfido, come il vero umorismo inglese.

 

Mamma e moglie, insegnante per passione, blogger per caso. Bionda (vera) da sempre. Cerca sempre di cogliere il lato ironico delle cose; a volte sogna di ritirarsi in una baita di montagna, assecondando così la metà ladina della sua origine. Ha pubblicato nel 2012 il suo primo libro: Il manuale del perfetto marito. http://labiondaprof.wordpress.com/

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