Senza categoria

Miss-Misure-uffa.

Come sono stufa delle misure di Barbie. Dilatate, distorte o riaggiustate a seconda dell’argomentazione del momento per farne una donna inarrivabile e quindi fonte di irreparabili frustrazioni, o al contrario la perfetta bandiera della libertà di essere (o almeno di sentirsi) belle. Ci vuol tanto a ricordarsi che è solo una bambola? Solo. Una. Bambola.

 

È da almeno vent’anni che si discute di come sarebbe Barbie se fosse una donna vera. Chi avesse voglia di approfondire il tema su un testo decisamente non frivolo e leggere un inglese scientifico ma anche molto pungente, non ha che da affrontare “FOREVER BARBIE” di M.G. Lord, un libro del 1994 che costituisce anche un bell’esempio di women’s studies americani. Anche lì si discute dell’ipotetica trasposizione umana della bambola e delle misure di Barbie. Proprio come sembra fare Galia Slayen, studentessa dell’Hamilton college di Clinton nel Connecticut, che in questi giorni dilaga online

Galia ha vinto una sua personale battaglia contro l’anoressia e, come può succedere, si è attivata per farne la battaglia di molti. Ha quindi creato per un progetto scolastico una bambola dimostrativa, che dovrebbe avere le misure di Barbie ma in scala umana. La bambola è bruttissima e totalmente sproporzionata: tettona e microcefala, con arti filiformi e un punto vita che sembra potersi spezzare da un momento all’altro. Ovvio che impressiona. Ma perché si è voluto calcare la mano.

 

Possibile infatti che tutte le volte che a fini più o meno artistici o più o meno polemici si è voluto trasformare Barbie se donna vera, si è giunti a risultati completamente diversi – e non sempre mostruosi? Mi sembra un buon esempio figurato del fenomeno informazione = deformazione.

 

Rifiuto di credere che uomini e donne non sappiano riconoscere al giocattolo la sua natura di giocattolo e le sue misure da giocattolo. Anche quando è un’icona. No excuses.

Daniela Ferrando

{jcomments on}

Copywriter & consultant, anomala collezionista di fashion dolls.Non accumulo bambole, ma cerco e promuovo segni della loro presenza nella moda, nella creatività, nelle sensitive issues del nostro tempo.

Write a comment