Una splendida giornata per passare da location post industriali e techno loft a piccoli temporary, show-room, palazzi storici, orti botanici, accademie, pinacoteche, università ma soprattutto tanti incantevoli cortili aperti. La design week meneghina ti fa riscoprire le bellezze del passato e della modernità di una città stanca ma sempre pronta ad accogliere eventi e moltitudini internazionali.
Un salto alla Mediateca, headquarter di Brera Design Distict, per un overview sugli eventi organizzati per questo Fuorisalone. Creare connessione e comunicare innovazione, il tema di questa quinta edizione propone una riflessione sul tempo che si accorcia sempre di più tra la creazione e il lancio dei prodotti. Con “Lezioni di design”, in collaborazione con Rai Educational, si prefigge come obiettivo, la promozione di una nuova cultura di progetto.
Inizio dall’esterno e vengo rapito da un piccolo temporary in via Volta. Laboratorio italiano, pezzi unici e fatti a mano. Manoteca si fa notare alla settimana del design per un’installazione tanto fiabesca quanto interattiva, In Mobile Carta. Le note di un antico pianoforte, che ogni visitatore può suonare, agita un sistema di fili sottili che fanno danzare farfalle svolazzanti. Qui mi attrae un tavolo da lavoro, mi affascina, ha sapore di altri tempi e funzionalità aggiornata. È modernamente ironico, tasche in pellame greggio, legno, cerniere, meccanismi autentici dell’inizio del ‘900 e vernici rigorosamente naturali. I pezzi e il materiale utilizzati sono originali di quel tempo. Reinvenzione di forme, valori storici e sociali in tutta la nuova collezione di questo laboratorio italiano.
Un materiale insolito si fa notare nel progetto del designer Marco Merendi che, per Kundalini, ha prodotto Dawn, una lampada da parete e da soffitto dalle linee iconiche e pure ispirate dalla magia delle luci della natura che giocano con le ombre. In alluminio tornito in lastra è 100% riciclabile ed eco-compatibile.
Dalla passione per arte, design e food nasce Foster Experience 14, bello e buono fuori dagli schemi. Un’esperienza sensoriale tra le stanze di un appartamento di via Solferino, un concerto per trio d’archi, opere pittoriche dell’Accademia di Brera.Una cucina funzionante con le nuove collezioni di lavelli e piani cottura. Da provare.
Intrigante contraddizione, quando entro da Republic of Fritz Hansen. Analog è un tavolo che per l’occasione strizza l’occhio al digitale raccontando storie di gente e cibo dal suo piano, che diviene per l’occasione display. In realtà è la celebrazione della sintonia conviviale, è un invito alla relazione. Si presenta con i suoi input elettronici per incentivare il ritorno al genuino. In sostanza, non sempre “on” ma ogni tanto intimamente “off”.
Il paese delle meraviglie lo trovo quando entro nello show-room Missoni. Tavole sospese, tende volanti, luminosi tappeti, pouf chevron fanno da cornice ad uno zigzag che accende la lucentezza dei piatti Missoni by Richard Ginori in porcellana sistemati come un bassorilievo alle pareti, quasi a comporre un pattern di colori e sfumature.
Più avanti, a Palazzo Cusani, c’è Oikos, un’esposizione davvero da non perdere! Trent’anni a servizio dell’architettura sostenibile. Riuso, riciclo e rinascita. Creatività e ricerca per dare nuova vita agli elementi e rispettare la natura. Materiali con anima ecologica, residui di lavorazione. Colore e materia trovano spazio verticale, si estendono sui piani del palazzo, caratterizzano gli interni e ridefiniscono gli esterni, per raccontare una nuova identità.
Mi spingo verso il cuore antico del distretto e nei chiostri dell’Accademia e l’Orto Botanico scopro Feeding, New Ideas For The City, installazioni di design che presentano proposte e idee per la città del futuro e che si ispirano ai temi di Expo 2015. Un laboratorio creativo e intellettuale a cielo aperto che crea legami tra innovazione tecnologica e sostenibilità. Manufatti e attrezzature collettive che attivano processi di incontro e scambio.
Brera Design Districts mi ha sorpreso! tra poco si riparte alla scoperta del nuovo distretto Sant’Ambrogio e il vicino 5vie.
A domani, il racconto continua…
Riccardo Chiozzotto
