La foto di moda è spesso maleducata. “Mai quanto la moda vera e propria!” replicherà qualcuno, ma tant’è. È comunque di foto di moda e beauty che qui vorrei iniziare a parlare. Per pretesto ho immagini dollculturali. E per contrasto, inizio prendendo una doll house dall’aria un po’ vintage.

Sembrerebbe un interno ricostruito della villa di Diabolik e la doll (una Fashion Royalty) sarebbe una buona Eva Kant, se non fosse un doll-fotoromanzo della finlandese em’lja, intitolato “Film Noir”. Potrebbe essere sera. Frigo-bar pronto ad ogni evenienza. Musica di Sade come sottofondo, tipo “Smooth operator”. La doll languida, consapevole, rilassata, fuma e attende. Ha una sua compostezza.

Niente a che vedere col trito e ritrito luogo comune della tipica fashion photo sul divano con gruppone di bella gente il cui life-style è evidentemente, si suppone, hypercool. L’immagine irritante tipica rappresenta un singolo individuo M/F o un mucchio vario di persone (solo uomini, solo donne, insieme misto). 

Questi sono in numero spesso dispari a suggerire inneschi erotici più interessanti – e tutti come diliscati e invertebrati, scomposti e scivolanti da una combinazione di cuscini e poltrone, con l’aria di post-orgia, coi piedi calzati qua e là noncurantemente sui velluti o sui tessuti dove la gente normale si siede. Uffa.

Questo tipo di immagine irritante perché pseudo-trasgressiva ricorre in più di una campagna pubblicitaria recente e presente. Effetto-memoria: zero. Non so più qual era il brand. Non ho voglia di saperlo.

Daniela Ferrando

ph credits: (c) em’lja all rights reserved e recenti campagne ufficiali Hogan, Vuitton, Balenciaga, CK