Senza categoria

Dollwatching

 

Come il windows-shopping è l’arte di andar per vetrine non necessariamente comprando (anzi!) ma molto ispirandosi, così il dollwatching è l’arte di andar per galleries non per forza collezionando (figuriamoci), ma molto fantasticando. E comunque galleries, plurale di gallery. Di immagini su flickr.

La foto che apre il presente articolo epitomizza il mio dollwatching semi-recente. Altro non è che il collage delle “preferite” che ho salvato tempo fa. A me queste immagini servono come spunto per il blog; o repository iconografico per Doll News, fanzine dollculturale scaricabile gratis dalla rete; o memo per fashionblabla/I-DOLLS che verranno; o idee per il mio lavoro di copywriter; o pretesti di conversazione sulle tendenze estetiche del nostro tempo. 

Fanno dollwatching i collezionisti a caccia di novità e di nuovi desideri, ma magari a corto di soldi. Fanno dollwatching i doll artist in cerca di sfide creative o in guardia verso i volgari imitatori. Fanno dollwatching i timidi che mai si comprerebbero una bambola. Fanno dollwatching i fashion designer in scala 1:6.

Farebbero (è un “si dice”, il condizionale è d’obbligo) dollwatching artisti attenti al fenomeno fashion doll non come giocattolo di culto ma come agente provocatore. Dovrebbero fare dollwatching (il condizionale è cautamente imperativo) alcuni stilisti per verificare quale tipo di donna o uomo abbiano in mente quando disegnano – di vinile o in carne e ossa.

Daniela Ferrando

ph: personal mix, memyd

{jcomments on}

Copywriter & consultant, anomala collezionista di fashion dolls.Non accumulo bambole, ma cerco e promuovo segni della loro presenza nella moda, nella creatività, nelle sensitive issues del nostro tempo.

Write a comment