Quante sfilate avrò visto nella mia vita? Posso contare almeno 12 fashionweek, per due volte l’anno. Eppure, se ne vale la pena, non smetto di emozionarmi. E più divento grande, più mi interessano i giovani, come i 28 i fashion designer di Accademia del Lusso, istituto di alta formazione per la moda e il design, le cui creazioni ho visto in passerella la scorsa settimana durante YOUnique, la sfilata di fine anno alle Fonderie Napoleoniche di Milano.
Dare sostegno a chi si affaccia alla professione di stilista con creatività e un pizzico di incoscienza credo faccia parte del mio DNA e sono sempre entusiasta di supportare il talento dei ragazzi, cercando di cogliere in anticipo quello che verrà, accogliendo con mente aperta gli stimoli, senza stare troppo a sottilizzare su una eventuale imperfezione tecnica.
Lo show si è articolato in tre momenti distinti: una prima passerella ispirata al trend Re|think – con abiti daily dalla palette cromatica neutra come cipria, nude, sabbia e bianco latte -, seguito dal momento della trasformazione live dei capi, e da un secondo catwalk con le nuove vesti in chiave Re|mind.
Abbiamo visto sfilare degli abiti ispirati al tema del cambiamento in senso lato, inteso come ricerca di multifunzionalità, trasformabilità e eterogeneità espressiva. Tutti i capi si trasformano in altro: un nuovo abito, una borsa, un accessorio.
Alcuni stilisti mi hanno colpita più di altri, ma in generale ho trovato la qualità del lavoro dei ragazzi notevole: mi ha colpita la borsa che si trasforma in gonna, ma anche l’abito da sera con corpetto a vista tra il minimal e l’opulenza [di Vasilija Djalovic] da principessa preraffaellita, che è risultato il mio preferito in assoluto.
“Ho voluto che i designers fossero liberi di creare, mettendo alla prova loro stessi e il loro senso estetico – afferma Barbara L. G. Sordi, art director -. Ogni pezzo vive come capo a sé stante, da qui il titolo della sfilata. Il collante di tutte queste creazioni è il duplice mood ispirazionale che ha in uito anche nella scelta delle palette cromatiche e nei materiali di ricerca, che caratterizzano gli outfit”.