Style

La moda e l’eterno ritorno

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Nella moda, molti dicono, nulla si inventa e tutto si ricrea. Il passato offre ispirazione agli stilisti, la cui la genialità sta nella capacità di attualizzare tutto ciò che è già stato inventato, adattandolo a nuovi contesti e nuove esigenze.

 

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La campagna Pre-Fall 2011 di Chanel ci sembra ben rappresentare questo assunto: la collezione Paris Byzance della maison francese trae infatti evidente ispirazione dai fasti e dagli ori dell’Impero Bizantino. La modella Alejandra Alonso, protagonista degli scatti realizzati da Karl Lagerfeld, viene ritratta come una vera Principessa di Bisanzio: capelli raccolti, coroncina sulla testa, cascate di gioielli attorno al viso e sulle spalle. Anche i colori della collezione sono regali: l’oro, il bianco, il blu notte e il porpora. I cappotti e gli abiti sono impreziositi dai bagliori dell’oro e dei metalli bruniti, le linee richiamano quelle delle vesti bizantine che possiamo ammirare nei mosaici della Basilica di San Marco a Venezia e in quelli della Basilica di San Vitale a Ravenna. Ma quale figura di donna ha attraversato gli oceani del tempo per rivivere in questi abiti, moderni e al contempo antichi? Quale icona di stile torna a noi sotto nuove vesti?

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Teodora, in greco “Dono di Dio” (Θεοδώρα ): l’imperatrice più famosa della storia dell’Impero bizantino, nata nel 497 d.c. e morta nel 548. Donna forte e  bellissima, capace di costruire la propria vita con caparbietà e intelligenza. Di umilissimi origini, il padre era infatti il guardiano delle fiere dell’Ippodromo di Costantinopoli, rimase ben presto orfana e venne avviata alla carriera del teatro. Divenne attrice di spettacoli piuttosto licenziosi e, forse, cortigiana. Quando conobbe Giustiniano, nipote ed erede dell’imperatore Giustino, lo stregò con la bellezza, la cultura e il carattere forte e risoluto. Giustiniano dovette convincere lo zio a modificare persino la legge, per permettere ad un patrizio come lui di sposare un’attrice; così, nonostante l’opposizione di molti, si sposarono. Procopio, lo storico attraverso il quale conosciamo questi eventi, riferisce di una Teodora dalla giovinezza dissoluta e dalla sfrenata ambizione, ma il suo giudizio era forse offuscato dalla diversa appartenenza politica; peraltro lo storico riconosce a Teodora grande intelligenza, forza d’animo e capacità di governare e di consigliare il marito. A fianco del marito nei principali avvenimenti del suo tempo, dalla guerra gotica ai tentativi di conciliazione con la corrente monofisita del cristianesimo, ella dimostrò lungimiranza e senso dello stato: fu un’ottima compagna per Giustiniano e una grande imperatrice. Teodora morì di malattia nel 548 , forse di cancro; Procopio riferisce del presagio della sua morte, preannunciata dallo spezzarsi di una colonna.

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Teodora fu una donna di potere ma fu anche ammirata per la sua bellezza e la sua eleganza, una vera icona fashion dei suoi tempi. Qual era il suo aspetto? Il suo più famoso ritratto è quello dei  mosaici della Basilica di San Vitale a Ravenna. Qui davvero ella appare bellissima, altera e regale:  la pelle chiarissima, gli occhi grandi e luminosi, le labbra rosse, il collo lungo e delicato. Indossa un diadema riccamente adornato di perle e gemme, lunghissimi precchini e porta al collo preziosi gioielli: sopra una lunga tunica con ampie maniche, chiamata dalmatica (originaria della Dalmazia), indossa la clamide, un mantello lungo, ricamata con la processione dei Re magi. Ai piedi calza dei sandali bassi. I colori dominanti del suo abbigliamento, come quello dell’Imperatore Giustiniano, sono il bianco, l’oro e il porpora. Colori ripresi, in modo meno sontuoso,  dalle dame e dai funzionari di corte ritratti con loro. In particolare l’uso della porpora, un colorante costosissimo ricavato da un mollusco, era riservato solo alla corte, come l’uso della seta, arrivata dalla Cina. 


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Altri ritratti di Teodora, che sicuramente si trovavano a Costantinopoli vennero sistematicamente distrutti durante il periodo dell’iconoclastia (VII secolo). Per secoli non si parlò più di lei, finché nel Seicento gli scritti dello storico Procopio vennero di nuovo letti e tradotti.E si tornò a parlare di lei, la donna che  Procopio definì bella, spiritosa, salace, fornita di accesa sensualità. Una bellezza e una sensualità che sono arrivate fino a noi, e che adesso ci vengono riproposte dalla maison Chanel.

 

 

 

 

Mamma e moglie, insegnante per passione, blogger per caso. Bionda (vera) da sempre. Cerca sempre di cogliere il lato ironico delle cose; a volte sogna di ritirarsi in una baita di montagna, assecondando così la metà ladina della sua origine. Ha pubblicato nel 2012 il suo primo libro: Il manuale del perfetto marito. http://labiondaprof.wordpress.com/

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