Quest’estate è stata un’estate italiana. Ci abbiamo pensato molto, ma abbiamo preferito aspettare che Ale, il nostro secondogenito, fosse un po’ più grande per affrontare transoceaniche e jet lag. Ma se c’è un viaggio che mi è rimasto nel cuore è stato il mio long weekend palermitano, con soggiorno a Mondello.
Ora, io e la Sicilia abbiamo uno strano rapporto. Ho aspettato trent’anni per andarci la prima volta. Ma appena scesa dall’aereo ( quella volta a Catania), complice il profumo di mare, la maestosità dell’Etna in lontanza e gli oleandri che come piume adornano ogni ciglio di strada, io mi sono sentita a casa. Ho avuto un incredibile dejà vu, come se in quei luoghi ci fossi sempre stata. Per questo motivo avevo bisogno di tornarci. Ho aspettato, ma il viaggio è valso l’attesa. Così per il nostro anniversario di matrimonio, mio marito ed io, ci siamo regalati un week end alla scoperta di Palermo. Che poi mica basta un week end per una città così meravigliosamente ricca di tutto, cultura e street food, movida e antichità. Ma da qualche parte dovevo pure iniziare.
E abbiamo iniziato dal prenotare un B&B a Mondello, la spiaggia di Palermo. Abbiamo avuto fortuna? Forse. A me piace pensare che le persone simili si trovano e noi siamo stati così fortunati da approdare da Roberta e Robert ( grande assente per i mondiali di calcio) al Mondello Resort , un piccolo gioiello di accoglienza ricavato da una villa liberty anni 20, dove assieme ad una clientela decisamente internazionale, abbiamo trascorso tre giorni di luxury relax, alternando momenti di scoperta e cultura ad altri di assoluto ozio a bordo piscina, coccolati dalla vivace proprietaria del resort, che ci ha accompagnati alla scoperta, anche culinaria, di questa seducente mèta. Mondello è fascinosa, così rigogliosa da sembrare tropico, un luogo che è un paradiso senza averne consapevolezza: muri di oleandri, piante con radici millenarie che avevo visto soltanto in Sri Lanka, alberi di frangipane, un mood rilassato da portarti fuori dal tempo e una babele di lingue che si confondono nei ristoranti e sui tavoli dei baretti all’aperto. Molto più cosmpolita di quanto mi aspettassi. E ‘ un buon punto di inizio per visitare Palermo, dove si arriva in 25 minuti di autobus pubblico o in 15 minuti di taxi. A noi piace il mare e ci piaceva l’idea di tornare la sera in un posto di villeggiatura che fosse più tranquillo, dopo aver girato la città in lungo e in largo. Una sorta di oasi dove approdare dopo un pomeriggio di scoperte. Il cibo in Sicilia non ci ha mai delusi. Sono tornata con tre chili di felicità ( in soli tre giorni). Se vi piace un ambiente più raffinato, con una attenzione alle materie prime altissima e una qualità dei piatti ricercata, dovete andare dai fratelli Badalamenti. A parte che quando li ho visti ho immediatamente pensato fossero i Dean&Dan ( Caten) della ristorazione, i loro spaghetti ai ricci sono una di quelle cose che non si possono spiegare. Bisogna andare lì e provarli, magari innaffiati da un calice di Rapitalà Vigna Casali.
Se preferite un posto più rustico, ma non per questo meno attento alla freschezza delle materie prime, andate da Enzo, nella piazza principale . E’ decisamente no-fringe, ma mangiare un risotto ai frutti di mare guardando il golfo di Mondello è price less ( i prezzi sono tra l’altro molto contenuti). Ammetto che abbiamo saltato lo street tour di Palermo e non abbiamo neanche fatto il giro in barca a vela, ma tanto per me la Sicilia è uno di quei grandi amori che non lasci più e non vedo l’ora di tornarci , anche perchè non voglio scoprire tutto e subito. Voglio scoprirla poco a poco e centellinarla, come i miei vini preferiti o i libri che adoro.