Style

Milano Fashion Week: qualcosa è cambiato

Tra qualche polemica e un sentito e generale “senso di austerity” è partita la Milano fashion week. La mia decisione è stata quella di seguire alcune sfilate e presentazioni perchè non si può vedere tutto e perchè, per mia fortuna e sfortuna, non sono più vincolata ai rigidi tempi di un quotidiano online. La percezione iniziale  è che ci siano meno persone e che, in generale, il grande circo dello street-style si stia definitivamente ridimensionando. Se siete qui a leggere sapete perfettamente di cosa stiamo parlando. Di tutte quelle persone che stanno fuori dalle sfilate con abiti più o meno improbabili, più o meno fuori stagione,  più o meno eleganti per farsi scattare una fotografia.  Non fraintendetemi: a me interessa moltissimo vedere come si vestono le persone vere, meglio ancora se molto particolari ed eleganti. Non mi piace vedere un tizio in tutina di lurex a fiori coi capelli azzurri fotografto come se fosse un emblema di stile. Anzi, mi infastidisce parecchio.

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Hogan

Passando dall’altra parte della barricata, nella mia vita da blogger, ho scoperto che non voglio avere un agente, nè un’agenzia, perchè tutte le mie amiche che ce l’hanno si lamentano e nella mia testa è molto chiara una cosa: io sono la miglior pierre di me stessa. E il mio lavoro parla per me. Ecco, a proposito del mio lavoro che parla per me. Nella vita lavorativa si costruiscono relazioni basate anche sulla stima. Relazioni che durano nel tempo. E ringrazio i pierre con i quali collaboro tutto l’anno perchè quando è il momento delle sfilate non fanno gli stronzi, ma aprono quel canale privilegiato che è segno di rispetto per il mio lavoro. Mentre se dopo aver realizzato sette e dico sette servizi video, un monografico che è andato in tutto il mondo e n interviste mi sento rispondere che non posso vedere la sfilata perchè non c’è posto, credo che non parlerò mai più di voi, neanche se faceste le mutande d’oro di Michelle Obama.

Considerazioni sparse a lato di una giornata: N.21 mi ha incantata, è stata una bellissima sfilata. Alessandro Dell’Acqua è al suo apice creativo, il DNA della collezione racconta il suo mondo, le pencil skirt in tulle incrostate di ricami preziosi abbinate alle  giacche dal taglio over sono semplicemente perfette. Valeria Mazza è sempre più bionda, fin troppo, e la preferisco decisamente più naturale. Come scelgono le location i Della Valle, nessuno. La presentazione di Hogan era un’oasi di pace e mi è piaciuto tutto. Patrizia Pepe ha realizzato una collezione portabilissima e mi ha fatto tornare voglia di pizzo bianco. Elena Ghisellini fa delle borse che adoro e le metterei tutte. La sfilata di Elena Mirò racconta un modo di vestire le forme che continua ad affascinarmi anche se ho qualche perplessità su tutte quelle paillettes su una taglia over 44, ma forse è un mio pregiudizio.

Vorrei anche io avere un autista che mi scarrozza e poter entrare alle sfilate con una microclutch o addirittura senza borsa. Il vero privilegio è viaggiare leggeri. In ogni senso.

In tutte le foto indosso un abito vintage americano, giacca in pelle Pinko, scarpe e borsa L’Autre Chose

 

Valeria Mazza da ForME
Valeria Mazza da ForME
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Patrizia Pepe
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Backstage ForMe
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Patrizia Pepe
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Elena Ghisellini
N.21 backstage
N.21 backstage
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N.21 backstage

 

Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

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