Sabato 26 febbraio. Corso Italia. Chiesa di Sant’Eufemia.
Ore 20.45 sono dentro a godermi un cocktail in attesa che inizi la sfilata di Philipp Plein. La faccia dipinta di bianco dei barman lasciava intuire l’atmosfera.
Anche stavolta la sfilata era divisa in due location: la cripta, dove per accedere dovevi esibire il rosario che avevi ricevuto all’ingresso, e l’altare tra la gente ammassata in piedi (c’ero anche io!).
Philipp Plein manda in passerella donne e uomini dalla grinta contagiosa e dall’appeal gothic, dark ma tremendamente sensuale.
Gli smoky-eyes sono un lontano ricordo, è tempo di “maschera”: il make-up è rigorosamente nero e pesante in simbiosi con i total look in pelle.
Tessuti metallizzati per pantaloni skinny, una cascata di borchie su giacche, gilet di pelliccia portati con lunghi abiti. T-shirts stampata portata con un chiodo borchiato in pelle e gonna ampia sempre in pelle.
Borderline tra atmosfera gothic e una donna sensuale che si muove alla perfezione tra parka, abiti maculati, pantaloni in pelle nera e t-shirts stampate che si intravedono sotto alle giacche.