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[il magico potere del riordino]Lo zen e l’arte dei sacchi neri

Da qualche settimana i miei week end sono dedicati a riempire sacchi neri di cose che non uso più. Potrebbe sembrare un semplice vezzo di cambio stagione, ma sotto sento che c’è qualcosa di più profondo. Come molte di voi ho letto avidamente il manuale ” Il magico potere del riordino” di Marie Kondo, un bestseller mondiale. Vivo in 105 metri quadrati ( in quattro), lo spazio è una variabile fondamentale.  E mentre cerco disperatamente di vendere casa, mi bilancio come una funambola tra quello che entra e quello che esce, cercando di mantermi in equlibrio nell’impari lotta contro gli oggetti. Alcuni lo chiamano decluttering, per me è semplice sopravvivenza.

 

 

Il punto è che ci siamo trasformati in accumulatori seriali e certe volte ho seriamente paura di finire come nell’omonimo reality. Inoltre ho un problema di concentrazione, non riesco a mettermi a lavorare e a fare ordine nella testa finchè non ho fatto ordine attorno a me. E siccome spesso lavoro da casa, ho bisogno di avere spazio vuoto attorno. Che poi lo spazio è la vera ricchezza per chi abita in città. Ma non è solo questo. Con il lavoro che faccio la mia tendenza all’acquisto di abiti è spaventosa. Gli abiti sono parte della mia professione, ne compro tanti e alcuni me li regalano i brand con i quali collaboro. Bene, penserete voi. Male, penso io. Perchè nel mio armadio c’è talmente tanto casino che non so più che cosa ho e finisco per mettere sempre le stesse 10 cose. Salvo poi al cambio di stagione dire ” wow, ma avevo questa cosa bellissima e non l’ho mai messa!”. Credo che ci siano state anche state delle scelte sbagliate. Per esempio, grazie ad Angelica Pangelli, super stylist incontrata un paio di anni fa ad un evento, ho scoperto i colori giusti per me e da lì indietro non si torna. Io sto bene solo con i colori freddi, ecco perchè sembravo sempre così sbattuta con i begiolini, rosini, giallini. Che anche se mi piacciono tanto mi stanno male.

Indovinate chi ha resettato il guardaroba in funzione dei colori? Ecco, se fosse per me, in questo momento solo blu, che è il mio colore totemico e bianco, ma quello ottico, che qualsiasi tendenza al color crema mi ammazza.

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Perdonate la digressione. Cosa fare di tutti questi abiti, scarpe, borse? Ecco, lo so che potrei venderli su Depop, ma è uno sbattimento e io ho paura di ripensarci. Così ho diviso le mie cose in tre gruppi. Gruppo uno: abiti WOW, ma che non metto per i più disparati motivi, tipo che non mi entrano più, i colori sono sbagliati, stazionano nell’armadio e li ho indossati soltanto una volta, scarpe che ho comprato nonostante fossero troppo piccole o troppo grandi, borse che mi sono stufata, ma ho pagato cifre a due zeri se non tre. E li ho portate da Bivio, dove ho venduto quasi tutto. Spero che chi comprerà quegli abiti sarà felice e si sentirà bene indossandoli. Ho tenuto due o tre paia di scarpe di Giuseppe Zanotti veramente belle per  Daniela di Selling My Life. ( arrivo Daniela, sono incasinata, ma ho pensato a te).

 

Gruppo B: tutto il resto. Ovviamente non sono così sprecona da buttarli via. Ho preparato tutto suddividendo in sacchi per la Caritas e sacchi che, tramite il mio portinaio, facciamo arrivare in parrocchia.  Gruppo C: le cose rovinate, che sono volate direttamente in pattumiera.

Mi sento più leggera, ma so che ancora c’è molto da fare. Anche perchè la mia vera bestia nera non è l’armadio, come potreste pensare, ma la libreria. Lì si che si pesta pesante sui sentimenti, perchè buttare via dei libri mi fa parecchio più male che disfarmi di alcuni abiti.

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Marie, ci volevi tu in questa primavera di cambiamenti. Che grazie a Domitilla ho passato un anno a tagliare rami secchi e in qualche modo riordinare la mia vita relazionale, ora è il momento delle cose. Che pesano troppo per essere soltanto cose.

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Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

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