Cosa c’entrano tra loro: una start-up a Londra che vuole andare in produzione con fashion dolls disegnate a distanza dai clienti, un fashion designer di gioielli ultrasmooth e la fantascienza?

C’entrano moltissimo, e l’elemento in comune è la stampa in 3D.

MakieLab è un nuovo produttore di giocattoli ed action figures che ha pensato di scavalcare, in un sol colpo, le fashion dolls di serie e le bambole OOAK (on-of-a-kind) artigianalmente prodotte.

MakieLab lancerà infatti prima dell’estate le Makies, bambole stampate in 3D secondo i desideri del cliente che le ordina, nate da un file digitale e materializzate da una stampante che aggiunge il materiale strato dopo strato, secondo il procedimento della prototipazione rapida – o rapid prototyping. Rapid dolls, se volete, dall’estetica vagamente aliena.

L’iniziativa ha pochi mesi di vita e, anziché perfezionare un prototipo nel segreto di un laboratorio per rilasciarlo nel giro di 3 anni (4 anni è il tempo dallo sketch al mercato per un nuovo giocattolo, apprendiamo), cosa fa MakieLab? Coinvolge il pubblico nella fase sperimentale. Anticipa. Si prepara ad uscire con la prima collezione di 100 Makies maschi e femmine co-progettate prima dell’estate. Praticamente, mette in vendita i prototipi. Chi vuole saperne di più, può seguire il progetto su facebook o su twitter ed essere avvisato del grande lancio in anteprima .

E i gioielli ultrasmooth? Informandomi sul rapid prototyping , ho subito trovato altro – per esempio, Fashionista, questa collana creata dall’olandese Ted Noten nel 2009. Sembra la replica di una scarpina di bambola in multipli concatenati. Si tratta di un’edizione limitata, anch’essa stampata in 3D – nylon tinto con un’anima in fibra di vetro.

E la fantascienza della stampa in 3D allora? Quella non c’è più. O meglio c’è, ma è praticamente diventata la normalità.

ph MakieLab, Atelier Ted Noten