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Per i KENtusiasti!

Dicono cinicamente i doll collectors adulti che Ken è un accessorio di Barbie, e forse neanche quello principale. Bisogna vedere se almeno le bambine (e per bambine intendo quelle in età prescolare o poco più) lo vedono ancora con occhi a cuoricini come il Fidanzato, lo Sposo, il Principe Azzurro, e via maiuscolando in rosa e azzurro. Le altre bambine sono ormai quasi assimilabili agli adulti e pensano molto spesso come donne emancipate. Ma non va sottovalutato il parco dei collezionisti uomini di Ken, che sono attentissimi alle mutazioni del suo look, al suo eventuale fashionvittimismo, e mai abbastanza contenti della sua fisicità così poco definita.

A tutti questi interlocutori – quindi ribadisco, non più ad un pubblico di sole bambine – si trova a parlare la Mattel nel momento in cui deve promuovere un nuovo Ken, o un rinnovato Ken, o il Ken dell’anno scorso con un anno in più. Non è per niente facile, ma è molto interessante.

Sono infatti novità della collezione 2012 un Ken TVB (acronimo del gergo graffitico-digitale che tradotto significa “ti voglio bene”), un Ken con la barba che si toglie e “ricresce”, Sweet Talkin’ Ken che parla, Ken e la sua MINI cabrio.

Mattel è consapevole delle accuse storiche rivolte a Ken di essere belloccio, insignificante comunque sempre comprimario e beta rispetto a Barbie la donna alfa. Che fa allora, Mattel? Rivolta queste accuse controargomentando che Ken negli ultimi 50 anni si è fatto in buona sostanza una sua vita parallela e Ken-tastica, sportivamente e professionalmente ricca di soddisfazioni. Lo dice lui.

Quando però leggo nel fumetto di una delle tante pubblicità le parole “I’m really a doll”, rimango folgorata. Ken si giustifica. Ken deve ancora autolegittimarsi. Di essere una bambola. Non molto diversamente da quando, nel 1961, sulla sua scatola c’era scritto “He’s a doll” per non spaventare le mamme.

Copywriter & consultant, anomala collezionista di fashion dolls.Non accumulo bambole, ma cerco e promuovo segni della loro presenza nella moda, nella creatività, nelle sensitive issues del nostro tempo.

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