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L♥ve Bla Bla #8 – Dai, twittami tutta!

Ottimo accessorio di seduzione per prede dipendenti dai social network!

Cara nadiolinda,

c’è un uomo che mi ha letteralmente stregato. Lo incontro spesso, anzi: praticamente potremmo dire che dalle passerelle dello scorso autunno ci incrociamo praticamente a tutti gli eventi di moda. Dirai tu: visto che avete già così tanto in comune, perché scrivi a me invece che andare diretta da lui. E avresti ragione; se non che, anche se siamo nella stessa stanza, lui non si scolla praticamente mai dal telefono. Sfruttando le conoscenze comuni, ho scoperto chi è, come si chiama e anche che è un blogger e twittatore invasato di connettività. Io invece sono allergica ai twitt, ai post, ai social, alle platform, ai template, ai fedd e se solo sento nominare Facebook mi viene l’orticaria. Dunque,  che faccio? Rimango sul mio pianeta di snobismo elitario? O emigro finalmente nel villaggio globale per amore? E anche se tutto va bene e noi ci ameremo come in un film, chi mi garantirà che quest’uomo iperconnesso non mi preferirà comunque sempre i suoi n milioni di contatti virtuali?

(Bellaépoque72)

Quando, nel lontanissimo 2005 (si fa per dire, ma in tempi di globalità ogni anno da umano in rete vale il doppio di quelli di un cane!) mi iscrissi al mio primo social network, lo feci per un uomo. Era una vetrina per musicisti e dio solo può sapere quanto sia terribile e non ricambiato il mio amore per la musica. Ad ogni modo, mi sono iscritta. Con una fatica e un impegno che ben puoi immaginare, dato che non avevo nemmeno un minimo lessico da web; come invece possiedi tu, anche se dichiari di rifiutarlo. Ho messo informazioni e foto, ci ho messo la faccia e la reputazione, mi sono messa in gioco con tutta l’ingenuità di una che entra per la prima volta nell’autostrada virtuale senza patente.

In effetti, il tipo l’ho trovato subito. Ma ho aspettato a contattarlo. Mi pareva brutto che capisse che lui sarebbe stato il mio primo amico; e anche l’ultimo, se fosse dipeso da me. Sì, insomma: mi pareva una dichiarazione troppo sfacciata, ecco. Così ho tergiversato qualche settimana. Ho accettato delle amicizie, altre ne ho richieste. Con qualcuno, simpatico e carino, è capitato di uscire a bere qualcosa. Un paio sono diventati dei flirt. Più di un paio sono diventati amici di e-mail. Nel frattempo, il tipo che mi interessava l’ho dimenticato sul ciglio della mia autostrada virtuale e se non fosse stato per qualche incontro in più nel solito bar forse non sarei mai riuscita ad avvicinarlo.

Ovviamente, ogni parola della risposta contenuta in questo post non vale se il tipo in questione è figo almeno quanto Edward Norton

Quello che voglio dirti è questo: virtualità e realtà non vanno mai d’accordo. Twitta pure quanto ti pare, ma il web, soprattutto il web da blogger e twittatori, è per protagonisti. Il successo si misura in follower, non in following. Che tradotto significa: se lo segui, sei una tra le tante; se aspetti che ti segua davvero, allora vivi nel mondo dei sogni, più che nel passato. Se ti piace come mi dici, alla prossima occasione avvicinalo. Se sei timida, fatti presentare da un amicizia comune.
E verifica subito il tuo timore: se alza gli occhi dal telefono e li tiene su di te per più di 8″ allora è fatta, gli interessi: la scienza dice che è questo il tempo di un colpo di fulmine. E se sul lungo periodo, nessuno può garantirti nulla, almeno un vantaggio rispetto alla rete globale ce l’hai: internet non ti accarezza i capelli, non ha la pelle calda e non ti sorride con gli occhi lucidi quando dici qualcosa di spiritoso e brillante.

Blogger, scrittrice e sociologa dell’acchiappo ai tempi dell’happy hour. Firma rubriche dedicate all’eros e alle relazioni per media nazionali. Ha anche una vita vera, ma non così intrigante.

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