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Ken-ne sai, delle fashion dolls al maschile?

Ingenuo chi crede che di bambola maschio ci sia solo Ken, il quieto accessorio bipede della bionda famosa – quel Ken, personaggio beta degli ultimi 50 anni più volte ridisegnato. Qui sull’onda di Milano Moda Uomo è magari interessante anche un doll casting di altri bamboli.

Siccome per ragioni anagrafiche e socio-demografiche molti di noi avranno giocato con Ken, altri con Big Jim, non ne parlo qui se non per dire che sulla scatola del primo Ken c’era scritto un bel “He’s a doll” (= “è una bambola!” oppure “è tanto carino!”) casomai le mamme temessero di introdurre in casa un sex-toy. Peraltro Ken e Big Jim erano anatomicamente più che inoffensivi. Io ho sempre pensato che la vistosa mancanza di genitalia abbia suscitato più curiosità di sapere la verità di quanto non sarebbe accaduto con un corpo modellato almeno a grandi linee! 

Ci sono OOAK* che provvedono a soddisfarla, la curiosità di cui sopra. Destinate ad un pubblico di collezionisti adulti – prevalentemente uomini ben consapevoli dell’estetica gay – queste dolls sono pezzi unici. In Italia eccelle Chan Park, doll artist nippo-coreano che vive a Milano. Chan è anche fashion designer, e si vede. I suoi ragazzi sono alquanto seduttivi, nudi o in jeans.

Ci sono le Action Figures, e non aspettatevi soldatini verdi tutti d’un pezzo o statuine del Signore degli Anelli. Qui entrano di diritto nell’universo dollculturale le dolls articolate di personaggi celebri o iconici (esiste anche Gesù, per dire). Documentano la storia del costume. Sono indicatori di popolarità. E anche quando i loro tratti somatici sono ideali, non sfugge la somiglianza col modello fisico considerato figo in una data epoca.

Ci sono le BJD** maschili: queste dolls, spesso di grandi dimensioni, sono quasi sempre androgine, un po’ aliene, un po’ allusive. Chi le trova attraenti, chi respingenti come se destassero sentimenti pedofili. Sembrano certi modelli selezionati apposta nell’aurora della loro virilità, che al casting successivo già non è più la stessa. Bene, le BJD sono maniacalmente vestite. I loro abiti costano come il made-to-measure umano, fatte le proporzioni. E anche questo è fashion (doll) system.

Buone sfilate!

Daniela Ferrando

 

ph: Chan Park, Mattel, gamu toys, Francesca Berchiolli/Ningyou Tsukai  

* OOAK = One-Of-A-Kind, ovvero pezzi unici

**BJD, acronimo di Ball-Jointed-Dolls, pallide bambole iperarticolate asiatiche

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Copywriter & consultant, anomala collezionista di fashion dolls.Non accumulo bambole, ma cerco e promuovo segni della loro presenza nella moda, nella creatività, nelle sensitive issues del nostro tempo.

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