Dunque ieri, mi sono dato allo shopping compulsivo. Non so come mi sono ritrovato in un luogo pieno zeppo di complementi d’arredo da sempre oggetto del mio sfrenato desiderio. Non mi sembrava vero, ho riempito il carrello con le mie firme preferite, sedie, macchine da scrivere, radio, lampade una vera e propria incetta. Tutto nella Ricky’s room. Ops……si trattava di un sogno. In effetti ieri sono passato dal Triennale Design Museum dove negli spazi del CreativeSet Silvana Annichiarico ha allestito una selezione di oggetti firmati da grandi maestri e che hanno caratterizzato la storia del design italiano. Ha proprio ragione quando sostiene che “quello che resta, che resiste al tempo e alle mode si stabilizza nella percezione e sedimenta nell’immaginario come un classico”.
A Icone del Design italiano mi ritrovo quindi in uno spazio affollato di artefatti differenti, simboli riconoscibili e riconosciuti. So che quando tornerò ne vedrò altri, una memoria in progress di storie che vengono raccontate nel tempo, raccolta in una sorta di magazzino-archivio che cresce con il sapere di grandi contemporanei.
Trovo l’anima del design, sono tanti i designer, gli architetti, gli artisti, i progetti, i brand e le aziende che hanno trasformato idee in successi. Una rassegna che emoziona quasi come un amarcord. Nella moltitudine butto subito l’occhio su una serie di lampade ultracinquantenni tra le quali Monachella di Caccia Dominioni e Toio progettata da Achille e Piergiacomo Castiglioni per Flos, selezionate da Mario Bellini, testimone e garante del momento.
Continuo e vedo anche Divisumma18 la calcolatrice elettronica con la quale Olivetti entra nel mercato delle portatili e Torso il divano del 1940 di Paolo Deganello reso famoso da Cassina, entrambi scelti da Andrea Branzi.
Poi Cini Boeri tocca le corde con Algol di Marco Zanuso e Richard Sapper prodotta da Brionvega…e pensare che l’ho avuta…
…e la sedia Silver di De Padova con la libreria Carlton disegnata da Ettore Sottsass per Menphis, selezionate da Michele De Lucchi.
Poteva non eserci Giò Ponti? suoi il tavolo Arabesco e la sedia Superleggera.
Impazzisco! l’Olivetti Lexicon80 rispolverata da Enzo Mari, sul web comunque gira e quasi quasi…
Ecco anche la lampada Dollaro di Binazzi disegnata per Alchimia e la poltrona Ghost di Flam proposte per l’occasione da Alessandro Mendini.
E per finire (solo per questioni di lunghezza, ma c’è bena altro da vedere), la radio TS502 sempre di Brionvega e l’inquietante poltrona Joe del trio De Pas, D’Urbino e Lomazzi, le proposte di Gaetano Pesce.
Creature accumulate verticalmente e racchiuse dalla trasparenza di teche che guidano lo sguardo verso l’alto, verso l’infinito, come infinita è l’essenza del design italiano, intima, congenita e inimitabilmente classica. Un’esposizione permanente che conserva e restaura e che mese per mese si arricchisce di cinque cult della creatività Made in Italy selezionati da grandi maestri contemporanei. Aperta fino a febbraio 2015 (avete tempo, non perdetevela), con questa installazione La Triennale di Milano elegge le sue icone nell’ambito di un processo collettivo che traccia i paradigmi di eccellenza, originalità e irripetibilità, sempre in divenire.
Riccardo Chiozzotto
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[…] Ricky's room: fino a febbraio 2015 in Triennale una mostra racconta i paradigmi di eccellenza del design Made In Italy, attraverso intramontabili icone. […]