Ho snobbato snapchat per almeno un anno, ma da quando ho iniziato ad utilizzarlo ( un mesetto) ho capito ogni giorno di più quanto mi sbagliassi, perchè Snapchat è il social, l’unico sul quale in questo momento mi piace davvero stare, mi diverte e ” non è per lavoro”. O almeno non solo.
Vi avevo già scritto qui quanto ultimamente mi annoiasse Instagram e, nonostante le foto bellissime e i video sempre più fighi, continuo a trovarlo noioso. Perchè non succede niente. Ho capito cosa mi mancava: l’immediatezza e la dinamicità. Il qui ed ora. Forse per questo ho amato così tanto fin da subito anche Periscope, l’applicazione che ti permette di trasformarti in un broadcaster live. E non è un caso se anche Marc punta sempre di più sui video live.
Intanto demoliamo la leggenda metropolitana che Snapchat è difficile. Non è immediato, ok. Richiederà ben dieci minuti del vostro tempo per capire le 4 azioni fondamentali da compiere: registrare un live, postarlo nella vostra storia, seguire chi vi piace, farsi le foto coi filtri, chattare. Non serve una laurea in ingegneria e non è un corso di coding. Andate sereni. Mio figlio di undici anni ci ha messo 5 minuti ad impostare un profilo. Qui un esempio di video postato su snapchat ( tutto è breve altrimenti, come dice Rocco Rossitto, si chiamava longchat)
Molto più interessante è il capire cosa raccontare e come dirlo. Il bello di Snapchat è il senza filtri, la vita reale. Mentre Instagram è il regno del patinato, foto in cui tutte siamo strafighe, piallate, acchittate, su Snapchat vedo tutte le mie amiche senza trucco, in case normali, alle prese con cose normali. E’ un perpetuo dietro le quinte, dove certe volte capita che vedi anche cose WOW, ma sempre da un’angolazione molto più intimista. Se su Facebook vince chi ce l’ha più lungo, su Snapchat vince chi sa sussurrare le parole giuste all’orecchio.
Certo, saper parlare aiuta e anche avere delle cose da dire. Ma non è poi così grave dirle con un accento marcato o fare un meltin pot tra italiano e inglese -Chiara Machedavvero penso a te- è importante il sentimento. Qui vince il formato breve e la capacità di bucare quel piccolo schermo che vi farà amare o odiare per quello che siete. E non contano i numeri, almeno non ancora, e anche relativamente poco se abbiamo detto una cazzata. Dopo 24 ore pouf, tutto scomparso.
E’ il regno della leggerezza, che dopo tante strategie, sembra veramente un ritorno alla golden age, quando sul web ci stavamo per cazzeggiare e divertirci.
Sulla semiotica del mezzo Gianluca Diegoli ha espresso tutti i concetti che avrei voluto esprimere io molto meglio di me, perciò leggetelo qui.
Se volete un buon motivo per provare snapachat è che vi farà vedere luoghi che non conoscete da un punto di vista completamente nuovo. Io ho esplorato Lisbona e Copenaghen attraverso le chat di un sacco di di sconosciuti che mi hanno permesso di vederla con occhi diversi. E’ la funzione Story Explorer.
Ah, su Snapchat sono ariannachieli
Comments (1)
[…] i più perché mette da parte la perfezione, accantona i ritocchi, mostra il dietro le quinte [cit. Arianna Chieli], ma fondamentalmente per questo non mi va a genio: nei momenti -pochi eh- di relax preferisco […]