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Dieci cose in dieci Tweet

Venerdì sono tornata studentessa al mio primo Dieci Cose. Dieci cose è un format itinerante creato dal vulcanico Rocco Rossitto e se volete saperne di più andate a curiosare sul loro sito. Per farvela breve ci sono docenti  provenienti da diverse aree legate al digital  che mettono a disposizione la loro esperienza per educare al web in pratica.

donne
Fonte Burabacio.it

Una mia amica mi ha chiesto perchè proprio io che dovrei saperne a pacchi, visto il lavoro che faccio, frequento un corso di digital. Intanto perchè non si finisce mai di imparare. Poi perchè voglio sapere cosa stanno facendo i miei colleghi. Ma è anche un modo per confermare le vibrazioni che senti di fronte a determinati argomenti che applichi ogni giorno nel tuo lavoro. O capire se stai prendendo della drastiche cantonate. Least but not last, perchè Dieci Cose è anche un luogo di networking. Ecco cosa ho riportato a casa dalla mia giornata, oltre alla felicità di incontrare amici di lunga data e alcune nuove conoscenze.

In 10 tweet.  

Mafe ha parlato di storytelling e devo dire che ascolarla è sempre un piacere, perchè lo fa sembrare facile. Come nei racconti migliori, dove non percepisci la fatica, ma rimani ammaliato dalla narrazione, le sue lezioni sono talmente belle che mi vengono in mente le Lezioni Americane di Italo Calvino. Quello che mi è rimasto, tra citazioni di Kill Bill ( che è uno dei miei film preferiti di sempre) è che il prodotto in qualsiasi strategia di comunicazione non è più il protagonista. Noi siamo i protagonisti. E che se un’azienda decide di non raccontarsi, subirà la narrazione da parte di altri. E lì sono cazzi. ( questa è un mio personale commento) . Oltre alla frase finale che condivido appieno.

Se non hai niente da dire, taci.

Poi è toccato a Rocco, vero mattatore della giornata. Rocco ha parlato di web marketing e lezioni di vita e stile- no, non lo stile di cui di solito parlo io- sul web. Rocco è molto pragmatico e tra le molte perle di saggezza, quella che ho maggiormente  apprezzato  è LESS IS MORE. Lo dico da almeno due anni. Pubblicare meno, ma farlo meglio. Ed è questo il motivo per cui non posto quotidianamente qui sopra.

  Che poi lo sappiamo si, che non c’è nessuna differenza tra mondo reale e mondo digitale? I miei figli lo hanno capito benissimo. Io ci ho messo un po’ di più, ma direi che ormai è cosa appurata. Perciò:

Il terzo docente è stato una rivelazione. Giorgio Soffiato pesta duro e mi sembra uno che sa il fatto suo, un tipo no fringe, ma che porta a casa il risultato. ( La Raffa dice che se esprimo questo giudizio è chiaro che mi sono innamorata) . La grande lezione del giorno è “impara a dire di no” ed è rivolto a noi freelance, quando non possiamo fare la differenza  per il cliente. Ma anche al cliente, quando proprio non vuole capire che se non ci sono le astine delle A non si può ambire a scrivere la Divina Commedia. E forse neanche Tre metri sopra il cielo. I clienti che non ci ascoltano vanno mollati. Punto.

La prima lezione dopo pranzo ( e che pranzo! Grazie Cristina Simone per le tue CHICCHE e grazie anche al buon Gabriele Stringa per la compagnia) è tenuta da Paolo Ratto e dedicata al social advertising, che sembra facile ma non lo è.  Ho sempre pensato che la miglior gestione dell’adv facebook dei miei clienti fosse quella fatta da chi si occupa di Adv Facebook, ma forse è ora di applicarsi un po’ di più.  Cosa ho portato a casa? Che mi toccherà fare un corso solo su questo, perchè è IMPRESCINDIBILE. Che non smetteremo per adesso di investire su facebook. Che se non ti metti a fare video oggi sei già morto

– mi sento parecchio figa, posso dirlo si, che investo nel video da quasi un anno-

Che non vedo l’ora di testare il nuovo formato Canvas per facebook.

E poi è arrivato Piero Tagliapietra, che conosco perchè è venuto a parlare al FashionCamp ( spottone, lo facciamo anche quest’anno eh). Con lui si parla di digital influencer e di differenza tra PR e PAID. Un argomento che mi tocca perchè è il mio lavoro quotidiano. Sono in imbarazzo quando Piero mi cita come influencer, visto il sentiment verso la categoria di buona parte dell’aula, ma le cose che dice sono chiare e le sposo in pieno. Non esistono influencer per tutte le stagioni. Ogni progetto ha bisogno di profili differenti, che operano su piattaforme differenti. E no, ragazzi, per ora non ci libereremo dalla iattura dei truffatori compra like.

Ah, la slide che definisce gli influencer cani è perchè le razze canine sono molte, non perchè lavorano come tali.

A chiudere in bellezza questa giornata c’è Claudia Vago, aka Tigella. Lei ci parla della cassetta degli attrezzi del community manager. Molti tool interessanti, alcuni li uso già, altri non li ho mai testati, ma ho intenzione di recuperare. Come questo molto figo.

C’è una cosa però che nessun tool potrà mai darti.

Ed è avere qualcosa da dire.

 

Italian fashion journalist. Blogger @fashionblabla. Founder of #fashioncamp.

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