Ieri sera all’evento organizzato da Pandora per la premiazione del contest Woman Like you mi sono sentita in forte imbarazzo. E ne voglio parlare qui perchè credo che ci sia bisogno di un messaggio forte e chiaro su come si coinvolgono dei comunicatori in un evento e cosa significa metterli parecchio a disagio. Penso ci sia un bisogno endemico di tutto il settore PR di capire cosa vuol dire rapportarsi con il mondo dei digital influencers. E come non farlo.
Un paio di mesi fa sono stata coinvolta a titolo gratuito ( lo sottolineo, nel caso a qualcuno venisse il dubbio) nella costruzione creativa di un bracciale Pandora da donare ad una delle 10 finaliste del premio dedicato alle donne ( leggi qui il post). Ho passato una giornata in azienda ad ascoltare, assemblare e farmi intervistare. Ho speso del tempo per pubblicizzare l’iniziativa dal blog e dai miei canali. E ci sta, mi piace un sacco l’idea di aiutare delle donne che hanno un sogno. L’ho sempre fatto e sempre lo farò. E questo progetto ovviamente mi piaceva perchè le donne in Italia hanno un fortissimo bisogno di aiuto. Chi mi conosce sa quanto io tenga alla questione femminile, quanto profondamente creda nella necessità di fare squadra da parte delle donne. Vi rimando all’ultimo rapporto Istat sulla condizione femminile o ai tristissimi dati sul femminicidio, per non parlare di tutte quelle madri che una volta avuto un figlio rinunciano al lavoro. Oggi è l’8 marzo e i dati sulla situazione femminile si sprecano. Io sono una mamma che lavora e vivo la situazione molto bene dall’interno. Vi assicuro che qui non è difficile, è difficilissimo. Per questo ogni aiuto va tenuto in grande considerazione. Ma, seppure blogger, il mio tempo ha un valore e non vorrei che questo venisse dimenticato. Il mio tempo è poco e prezioso. E se decido di dedicarlo ad un progetto voglio sentirmi dire GRAZIE. Grazie per la tua creatività, per lo spazio che mi hai dedicato , per il tuo essere una donna che fa squadra con le altre donne, per aver sostenuto attraverso i tuoi canali il mio progetto. Ma torniamo a ieri sera. Siamo state fatte sedere senza sapere bene cosa avessimo dovuto fare, che se me lo avessero detto prima non ci avrei messo piede. Quando veniva annunciata una delle finaliste il presentatore ci chiamava sul palco dicendo “ premia tal dei tali la blogger taldeitali “e noi come delle hostess minus dotate ( con tutto il rispetto per le hostess è un lavoro che ho svolto a lungo per mantenermi all’università) sul palco a consegnare il bracciale. Senza una parola sul chi siamo, senza una spiegazione sul perchè eravamo lì. Una scena umiliante in cui per un attimo ho dubitato sulla bontà del mio fare blogging e partecipare gratis a dei progetti in cui mi viene venduto il fatto che mi apprezzano per il mio lavoro, per la mia professionalità e invece servo solo a fare numero nella consegna di un premio. Un’occasione mancata perchè quasi tutte le finaliste parlavano di networking, di fare rete e lavorare con il web e lì avevano 10 persone che nel web ci stanno tutto il giorno e sanno come si vive qui dentro. Come si comunica e come si costruiscono community. Personalmente poi organizzo un evento, FashionCamp, che è quello che in altri ambiti vorrebbero fare tre delle finaliste: unire rete e territorio per progetti che partano dal web e si propaghino sulla realtà. Magari due paroline potevo dirgliele.
Io ho realizzato il bracciale che è andato alla vincitrice, Sabrina Bonaventura. Una ragazza con grande grinta che ha mollato tutto per realizzare il suo sogno di diventare psico-oncologa dopo la morte del padre per un tumore. Le avrei voluto dire brava. Che ero felice che il mio bracciale costruito con tutti i simboli della fortuna fosse andato al progetto a mio avviso più meritevole. Che magari la potevo intervistare e far conoscere la sua storia. Ma non ci hanno neanche presentate. Te lo dico da qui, brava , e in bocca al lupo. Non mollare . Badate bene, non sto criticando il progetto Women like you, che trovo assolutamente meritevole e degno di nota e magari ce ne fossero di più, ma il mio imbarazzo nell’essere stata coinvolta nel modo per me sbagliato. Io sono una donna semplice, una persona lineare. Ho bisogno di capire cosa devo fare e perchè lo sto facendo. Se mi vuoi perchè io faccia foto con un abito o un accessorio dimmelo, perchè magari ti dirò di si e mi divertirò a farmi fotografare davanti a un wall e rimanderò le mie foto ovunque con dedizione. Se mi vuoi perchè sia io l’accessorio allora ti dico no. Perchè non mi è mai piaciuto questo ruolo.