Beata ignoranza

Per apparire bisogna soffrire?


Il faut souffrir pour être belle: il detto è francese, ma tutto il mondo l’ha recepito e fatto proprio fin troppo bene. Come se non bastasse la vita, a farci soffrire. Che già abbiamo il nostro bel da fare per capire chi siamo, realizzare i nostri sogni, , trovare l’amore, pagare le bollette, resistere alle malattie, soddisfare le aspettative, costruirci un futuro, difenderci dai tradimenti, capire chi votare e scegliere il dio giusto in cui credere: mica cose da poco.

Invece ci si mette anche l’apparenza a fracassarci le palle con la sofferenza: quando si era poveri la bellezza era vista nell’abbondanza delle carni e negli abiti caldi; ora che si è benestanti la bellezza è ossuta e nuda. Sempre dall’altra parte, come a dimostrare di doversela meritare: la bellezza come il paradiso, la felicità in terra come la pace nell’oltretomba.





Quando mia sorella mi ha comunicato che la data delle sue nozze sarebbe stata il 18 dicembre, ho iniziato a vagare per le strade del centro alla ricerca di un equipaggiamento adatto all’evento, e tutte le commesse non facevano altro che propormi sandali gioiello, tacco 12, portati senza calze. Ora: il 18 dicembre c’erano 7 gradi sotto zero, e io – camminando come una cretina – sono sopravvissuta ai dictat della moda solo grazie a scarpe di ricambio pronte in macchina e a cerotti scaldotti che hanno aiutato il mio corpo a non crollare assiderato sul sagrato della chiesa prima ancora che la sposa pronunciasse l’agognato “sì”.

After Chinese foot binding

Oggi ci va ancora bene, diciamolo. Il passato ci ha portato immagini e leggende di torture vere e proprie legate all’immagine femminile: dai belletti velenosi degli antichi egizi ai corsetti sotto vuoto del XVI secolo, dalla fasciatura dei piedi cinese alle donne giraffa thailandesi. Ogni terra e ogni periodo storico ha avuto le sue mortificazioni del corpo e i suoi tributi talvolta mortali alla dea bellezza.

After lips plate

Oggi abbiamo la dieta, il silicone e i tacchi.

Burmese Woman with neck rings

Ma mica tutte siamo nate per soffrire, mica tutte abbiamo devozioni masochistiche. Personalmente ho già il mio bel da fare con le cose della vita per sopportare un tacco 12 e non ho mai creduto nel potere nobilitante della sofferenza o nel valore intrinseco e assoluto del sacrificio. Ci sono accorgimenti intelligenti e sani per essere belle: lacrime, sudore e sangue li lascio ai martiri, alle cavie e alle schiave.

Cathie Jung - Guinness World Record

Che il dio del godimento sia con noi.

È una delle figlie del Barone Rampante, quella nata il 28 Giugno 1974 sul ciliegio. Blogger, ha due libri e diverse collaborazioni all’attivo. Non sa nulla di moda.

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