Beata ignoranza

MFW – Il peggio

A dir la verità non è che questo sia proprio il peggio, un po’ perché la MFW è finita e quindi ci sentiamo più buoni, un po’ perché non ho avuto modo di scandagliare a tempo pieno per voi gli orrori di questa settimana. Prometto che lo farò alla prossima occasione: so che confidate in Fashionblabla e non possiamo deludervi.

Ma tanto per cominciare, diamo un’occhiata alle eccentricità della strada:  la causa di questo caso potrebbe essere LSD o eccessiva fiducia in se stessi?

 

E le collant che sbucano dal vestito? Trash, vero?

Ma non solo gli anonimi esagerano. La Panicucci ad esempio con le stampe tamarre.

 

La Ventura con la gomma.

Lagerfeld con la forfora.

Non vogliamo poi di certo trascurare gli outfit di Zia Pinuccia Wintour (da notare che Elena Braghieri è riuscita a strapparle un sorriso), e quell’impresentabile Grace al suo fianco che mi dicono essere la povera e poco invidiata assistente.


Ora veniamo alla nuova mania del risvolto maschile, che magari dovrebbe dare visibilità a scarpe pulite e/o nuove e/o in ordine.

E magari essere fatto su pantaloni adatti alla pratica, per evitare l’agghiacciante effetto fagotto.

A seguire esempi di scarpe che lascerò giudicare a voi.

Immancabile il nostro quotatissimo Bryanboy.

E altri candidati al primato dell’orrido.

Magari direttamente da Holiday on ice.

O dalle pasticcerie di marzapane.

(queste le trovo anche carine, ma se sbagliate caviglia o gamba siete fottuti)

Il peggio della settimana include chiaramente anche il tempo che la Sozzani ha dedicato al nostro Bryanboy:

Le modelle denutrite (e vi rimando all’articolo dedicato “Fuori i nomi”):

Parte della collezione di Pinko, che sembra riservata ai tamarri delle disco:

Le scarpe con questa stampa volgarissima:

E le cretine che vanno alle sfilate lasciando il cane solo, legato fuori, esattamente in mezzo alla fiumana di gente in entrata e in uscita.

Mi fermo qui. Per ora.

 

È una delle figlie del Barone Rampante, quella nata il 28 Giugno 1974 sul ciliegio. Blogger, ha due libri e diverse collaborazioni all’attivo. Non sa nulla di moda.

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