Beata ignoranza

Fuori i nomi

Lo so, questa foto l’avete vista mille volte, ormai non vi fa più nessun effetto, anche se dovrebbe: l’assuefazione è una brutta bestia. Ma non ho voglia di pubblicare in questo articolo gli scatti di tutte le modelle evidentemente denutrite che abbiamo visto sfilare a Milano questa settimana: che non abbiano ancora più visibilità di quella che già hanno dato loro, visto che dovrebbero essere a farsi curare e non a camminare sotto i riflettori di chi costruisce e tatua i nostri parametri estetici.

Nonostante tutto quello che si è detto, ancora qui stiamo. Ancora a parlare di questa questione maledetta per risolvere la quale basterebbe solo volontà: né soldi, né fatica, né tempo.

Perché noi di Fashionblabla non eravamo solo ai piedi delle passerelle, ma anche nei backstage, e abbiamo visto. E abbiamo sentito. Quella sylist lamentarsi con l’agenzia perché una modella era ingrassata (di qualche etto, probabilmente). Non ci volevo credere, non mi sembrava possibile, anche se l’esclusione di Elena Mirò dalle “passerelle on” doveva farmi suonare la sirena d’allarme.

Non so da dove arrivi la volontà morbosa di voler spostare il limite sempre più in là, per creare nelle masse un senso di inadeguatezza costante e rendere il miraggio della bellezza seriamente inarrivabile. Ma di una cosa sono sicura: che è facile nascondersi dietro l’anonimato delle grandi griffe.

Io vorrei semplicemente sapere i nomi di tutti quegli stronzi che selezionano e scelgono e pretendono modelle tanto magre: chi sono? Io non lo so, ditemelo voi, voi che conoscete, frequentate e amate questo mondo: tiratemi fuori i nomi, le facce, le scatole craniche decerebrate degli artefici di questo scempio continuo e completamente senza senso.

I disordini alimentari sono le malattie mentali con il tasso di mortalità più alto*, ma fosse solo questo il problema staremo qui a discutere di un manipolo di modelle scheletriche che vediamo un paio di volte l’anno. E si sa che ognuno sceglie liberamente di essere vittima dei propri sogni. Il disastro reale è l’effetto più o meno diretto che la taglia zero ha sulla gente, e sulle ragazze (talvolta bambine) di tutto il mondo: sulle loro frustrazioni, sulla loro felicità e sulla loro salute.

E allora fuori i nomi di questi scellerati codardi che si nascondono dietro i grandi nomi delle maison, e che fingono di non avere una responsabilità sociale e umana: che rendano pubblica la loro faccia e la associno al lavoro per cui sono pagati.

 

 

*Dati www.anad.org (National Association of Anorexia Nervosa and Associated Disorders)

(bottom photo: Ivonne Thein)

 

È una delle figlie del Barone Rampante, quella nata il 28 Giugno 1974 sul ciliegio. Blogger, ha due libri e diverse collaborazioni all’attivo. Non sa nulla di moda.

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